Stalin in mutande, la conferenza muta e un Totò da Oscar
Ipanda hanno lanciato il primo corto realizzato da Luca Argentero in omaggio ai 50 anni del WWF e il cartoon «Il Paradiso può attendere». Senza parole - Un grande attore si vede nei momenti difficili e restare senza voce, per un uomo di spettacolo, è la condizione peggiore. Ma Michael Herbig (nella foto), per gli amici Bully, comico tedesco famosissimo in patria, un po' meno altrove, non si è perso d'animo. Protagonista del bellissimo «Hotel Lux», devastato dalla laringite con la proibizione assoluta del medico di parlare, si è presentato ieri alla conferenza stampa con un bel cartello: «Mi scuso, corde vocali rotte». Ha chiesto di «doppiarlo» alla coprotagonista del film, Thekla Reuten, olandese, che oltre alla lingua del suo paese parla benissimo il tedesco, l'inglese e anche l'italiano. Michael ha ascoltato le domande dei giornalisti poi, dopo una rapida occhiata con Thekla, ha iniziato a muovere le labbra e a gesticolare come un marinaio ubriaco, mentre Thekla parlava. Tutto sfruttando, probabilmente, un qualche tipo di telepatia. C'è chi ha sospettato che sia stata una trovata per fare spettacolo. Comunque ha funzionato. Sembra che Bully, muto come un pesce, abbia detto le cose migliori della sua vita. Che grande attore! E lei, che pazienza! Orrendo Stalin - «Hotel Lux» è una commedia tragica firmata da Leander Haussmann, classe 1959, nato e cresciuto a Berlino est. Un film che fa sorridere con amarezza e mette a nudo l'orrore dello stalinismo. In una storia surreale Stalin viene rappresentato collerico, nevrotico, amorale e assassino (e questo lo era), perennemente seduto sul water, che fuma, di nascosto, sigarette americane Lucky Strike e spera in un'alleanza con Hitler. Del nazismo si è detto tutto il male possibile, ragiona il regista, del comunismo no. E c'è ancora chi ci crede. «Eppure - afferma Haussmann - i danni fatti nell'epoca di Stalin non si sono fermati al 1989. Continuano ancora oggi». «Hotel Lux» è un piccolo capolavoro che probabilmente prenderà a questo Festival un premio importante. Purtroppo non ha ancora una data d'uscita italiana. Totò nella terza dimensione - Lascia a bocca aperta «Totò 3D - Il più comico spettacolo del mondo», primo film italiano in tre dimensioni realizzato nel 1953 da Ponti e De Laurentiis. Ora è stato meravigliosamente restaurato grazie all'impegno di un cinefilo d'eccezione, Aurelio De Laurentiis, e grazie all'abilità assoluta dei tecnici di Cinecittà Digital Factory, coordinati da Pasquale Cuzzupoli. È un 3d che stupisce per la sua efficacia e raffintezza. Sorride Cuzzupoli: «Questo, che si chiama Podelvision, è il padre del 3d, il vero 3d. Oggi si fa tutto con una traccia digitale. Allora si usavano due cineprese: una per l'occhio destro e una per il sinistro. Però costava una fortuna». Meraviglie della tecnica a parte c'è un Totò in forma smagliante. Per la prima, forse l'unica volta, è inserito in un kolossal con grandi scene e tanti attori famosi. Il più grande comico italiano, anzi, come ha detto Alessandro Siani: «Totò è lo Steve Jobs della comicità». Questa «Cappella Sistina» del cinema italiano, per il momento, non andrà nelle sale di tutto il Paese.