Sul tappeto rosso sfila anche il pecorone
Esul red carpet ieri ha sfilato veramente di tutto. Anche il «pecorone» protagonista della spassosa commedia all'australiana «A Few Best Men», per la quale è riapparsa, come un vampiro che esce dalla sua bara, la sempre bellissima Olivia Newton John. Trentatrè anni dopo Sandy Olivia Newton John ha l'eleganza di una gatta e la grinta di un carro armato Abrams. Un terzo di secolo dopo il film «Grease» (1978!) c'è ancora chi la chiama Sandy (il nome della protagonista da lei interpretata). E Olivia non fa una piega: sorride, risponde alle domande e firma autografi. Che donna! È tra i protagonisti di «A Few Best Men», la commedia all'australiana totalmente demenziale firmata da Stephan Elliot. Olivia nel film fa la parte di una donna tutta d'un pezzo ma che ad un certo punto si droga e si lascia andare. A chi le ha chiesto se anche lei, come la protagonista, si lasci mai andare, Olivia ha risposto gelida: «Io certe cose non le faccio». Il film sarà nelle sale italiane a marzo, con il titolo «Tre uomini e una pecora». La pecora in questione, più che altro un pecorone, o un ariete, viste le corna, ha rubato la scena a tutti. Cavoli e pecore In Australia pecore e pecoroni sono di casa, così nella commedia all'australiana non poteva mancare. Il pecorone in questione ieri ha sfilato sul red carpet causando preoccupazione. La scenografia del tappeto rosso è stata realizzata da Simon J. Lycett, il fioraio dei divi e di casa Windsor, che ha «disegnato» la Union Jack con mele e cavoli: «Li trovo belli anche più dei fiori». Ma un animale impellicciato che divora la scenografia non è il massimo. La storia della pompetta Il regista Stephan Elliot, che ha l'aria di essere un po' meno rigido di Olivia, ha raccontato un aneddoto dal set di «A Few Best Men». Quando è stata girata la scena in cui il personaggio rappresentato dalla Newton John si drogava tirando cocaina è stato preparato dello zucchero. Ma Olivia è talmente contraria alla droga che non voleva tirare con il naso nemmeno quello e pretendeva un complesso trucco cinematografico. Voleva una sorta di aspiratore, una pompetta elettrica, nascosta addosso con un tubetto mimetizzato per succhiare lo zucchero senza inalarlo. Il regista ha risolto il problema. Le ha detto: «Fingi di tirare, fai solo la mossa e basta. E lasciamo perdere di metterti addosso tutto questo apparato». Billy è cresciuto Chi invece si è dovuto infilare un apparato complesso e costoso è Jamie Bell, attore diventato famoso con il film «Billy Elliot». Ma ai tempi (era il 2000) aveva quattordici anni. Oggi ne ha venticinque ed è al Festival per difendere il suo ruolo di protagonista nel kolossal «Tintin». Ma Tintin non è un cartone animato? Direte voi. «Sì - risponde Bell - ma fatto con la tecnica del "performance capture"». Dietro ad ogni personaggio c'è un attore. In pratica Bell si è dovuto mettere uno scafandro pieno di sensori che facevano muovere il pupazzo computerizzato. Sidecar sul red carpet E a proposito di stranezze sul tappeto rosso ieri, con la prima italiana, c'è stata la «parata» dei personaggi di Tintin . Sul red carpet (oltre alla pecora di cui sopra) ha sfrecciato la moto con sidecar del reporter-investigatore. Sulla sella della moto un attore che impersonava Tintin, nella cabina del sidecar il fido cagnolino Milù. Il giallo Galan Pecore e moto a parte ieri si è riaperta una polemica. Il ministro Galan ha fatto sapere di «non essere stato invitato» al Festival. Ma il dg della mostra, Francesca Via, ha assicurato: «È stato invitato con lettera del presidente Rondi». Poco dopo Galan ha detto di «essere stato frainteso». Proteste C'è invece poco da ridere con le frotte di insoddisfatti e manifestanti che hanno deciso di farsi vedere al Festival. Dopo i ragazzi di destra, l'altro giorno, oggi arriveranno gli abitanti di Riano contro la nuova discarica. Protestare è un diritto e i manifestanti hanno promesso di non intralciare la manifestazione. Ma andare al Festival per questi motivi ha un senso?