di Antonio Angeli È parente (e nemmeno tanto alla lontana) di Indiana Jones, ma è un po' più giovane ed è un cartone animato.
Oggial Festival Internazionale del Film di Roma è il giorno del cartoon-kolossal «Le avventure di Tintin: il segreto dell'Unicorno», film in 3d diretto da Steven Spielberg e prodotto da Peter Jackson, una vera accoppiata di «cacciatori di Oscar». Tintin è il celebre personaggio dei fumetti inventato dall'illustratore belga Hergé, all'anagrafe Georges Prosper Remi. Per lui è stato coniato il termine «letteratura disegnata». Ed è proprio con un omaggio a Hergé che inizia il film di Spielberg. L'illustratore è un ritrattista ambulante, in una piazza, che fa il disegno di Tintin. Ed è il suo Tintin, quello dei fumetti che l'hanno reso famoso con gli occhi a palletta e il ciuffo all'in su. Ma quando la macchina gira e inquadra il «vero» Tintin, il protagonista del film, è un ragazzo, vero, così come sono realistici tutti i personaggi e le scenografie. Altro che disegnini! Le immagini realizzate da Spielberg con il sistema motion capture, cioè «rubando» i movimenti e le espressioni ad un attore vero, e in più in 3d, sono talmente realistiche che, francamente, in alcune scene sembrano proprio vere. A parte l'iperrealismo del tratto Spielberg ha fatto di tutto per mantenersi aderente al fumetto. C'è il cane Milù (ma nella versione originale si chiama Snowy), c'è il capitano Haddock, in perfetta tenuta tipo tonno Nostromo ed eternamente ubriaco. Tanto ubriaco da riuscire a far partire un aereo rimasto a secco con una fiatata nel serbatoio. Hergé ha fatto nascere il suo eroe nel 1929 ed è proprio negli anni Quaranta, nell'epoca in cui veniva disegnato, che si svolge l'avventura. Qua e là sulle strade spunta qualche vecchio «2 cavalli», di quelli che cominciarono a girare a Parigi attorno al '48. Poi ci sono gli abiti, le armi, gli oggetti dell'epoca. Ci sono anche le bombette, che oggi sembrano dei reperti archeologici, ma, ai tempi, per strada se ne dovevano vedere parecchie. L'aderenza al fumetto farà certamente piacere ai cultori del personaggio, ma è un merito di Spielberg soprattutto perché ha contribuito a realizzare un grande divertimento per tutta la famiglia. Nonostante la «muscolarità» del giovanotto, che non si tira indietro anche se c'è da fare a pistolettate con i cattivi di turno, il «Tintin» cinematografico è e resta un cartone (molto raffinato) per bambini. Tutto sommato il vecchio Steven non ha fatto qualcosa di veramente originale: Tintin è un Indiana Jones trasportato nel mondo dei cartoni animati. Come il personaggio cinematografico impersonato da Harrison Ford, Tintin ha il suo abbigliamento: un maglioncino (un po' striminzito) e i pantaloni alla zuava. E poi l'immancabile ciuffetto. Il personaggio parte alla ricerca di un segreto coinvolto, per la sua caparbia curiosità, in un'avventura che non ha cercato. «Ma ne potrebbe sempre uscire un articolo», dice con lo spirito del cronista. E tra un rapimento e una sparatoria Tintin si ritrova su un biplano che sembra proprio quello di «Indiana Jones e l'ultima crociata». Ed è buffo pensare che parecchi anni fa, quando Indiana Jones apparve al cinema, a Spielberg fu chiesto se, per caso, si fosse ispirato all'eroe dei fumetti. Proprio per questo (almeno così recita la leggenda) Spielberg, incuriosito, si andò a comprare un giornalino di Tintin. «Ho scoperto "Le Avventure di Tintin" nel 1981, dopo la presentazione del film "I predatori dell'Arca perduta" - ha detto Spielberg qualche giorno fa - Secondo una recensione, per il personaggio di Indiana Jones mi sarei ispirato ad Hergé. Quando poi comprai i libri del disegnatore e li lessi, ne rimasi completamente folgorato e pensai subito che le avventure di Tintin sarebbero state dei film fantastici». «Tintin» è un film tanto avventuroso da far desiderare al regista nuove esperienze: «Vorrei tantissimo realizzare una storia d'amore. Non ci sono mai riuscito. È difficile trovarla. Si tratta di un genere che vorrei esplorare e che allo stesso tempo mi innervosisce affrontare. Non ho mai fatto un film del genere perché non ho mai trovato una storia giusta da raccontare». E oggi sulle note della colonna sonora del film Tintin in persona, in compagnia del fedele Milù e del simpatico capitan Haddock, sfilerà sul red carpet sfrecciando a bordo della sua moto con sidecar. Accanto ai personaggi animati creati da Hergè ci sarà anche l'attore Jamie Bell che ha prestato il viso e il corpo per creare la figura 3d del giovane reporter belga. Bell, reso celebre dalle sue interpretazioni in «Billy Elliot» e «Flags of Our Father», firmerà autografi mentre i fan più fortunati, prima della proiezione del film, all'Auditorium alle 16,30, potranno accaparrarsi magliette e gadget. Ma lui Steven, che mai e poi mai partecipa ai festival, non ci sarà. O almeno così ha detto.