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L'educazione vista con gli occhi del cinema

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DaSusanne Bier a Gianni Amelio i registi si interrogano sull'importanza dell'educazione». È il titolo dell'ultimo libro di Dario Edoardo Viganò, preside dell'Istituto pastorale Redemptor Hominis della Pontificia Università Lateranense. Edito da Cittadella, il volume stato presentato nel pomeriggio di ieri presso l'aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense. Una riflessione, che coinvolge anche l'universo dei giovani di oggi con un linguaggio moderno. Nato dall'esigenza di affrontare l'emergenza educativa che sempre più caratterizza la contemporaneità, attraverso un'articolata panoramica della storia del cinema, si rivolge non solo a chi ha un rapporto privilegiato e quotidiano con i più giovani (in particolare gli animatori della comunicazione e della cultura), ma anche al mondo dello spettacolo, che riveste oggi un ruolo fondamentale nell'universo educativo. Proprio questo è il motivo che ha spinto l'autore a rendere parte integrante del volume quattro interviste a quattro maestri del cinema italiano e internazionale - Gianni Amelio, Susanne Bier, Riccardo Milani e Giovanni Veronesi - che hanno accettato di riflettere sull'universo educativo, mediante la condivisione di esperienze autobiografiche e cinematografiche che costituiscono un ottimo spunto di riflessione nella loro coralità. Alla presentazione, oltre all'autore erano presenti, moderati dal Vaticanista de «Il Foglio» Paolo Rodari, il Rettore dell'Ateneo del Laterano, il vescovo Enrico dal Covolo, il regista Fausto Brizzi, Francesca Rettondini, Cristiana Capotondi . «Le materie che preferivo a scuola erano educazione fisica ed educazione artistica. Curiosamente iniziavano tutte e due con "educazione" - spiega Brizzi - Perché tutto inizia da lì, dal rapporto padri-figli e da quello professori-allievi. Per questo mi viene naturale ambientare spesso i miei film nelle cucine di casa o nelle aule scolastiche. Perché tutto il male e il bene che faremo nella vita dipende da lì». «Questo libro - spiega Viganò - ci accompagna in un viaggio attraverso un secolo di cinema, lungo un percorso che si snoda tra scuole di periferia, quartieri degradati e esistenze segnate da povertà e malavita, accompagnati da figure che impiegano le loro forze per far sì che alcuni ragazzi possano sfuggire a un destino all'apparenza ineluttabile vedendo schiudersi dinanzi a loro possibilità un tempo inimmaginabili».

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