Le vicende infinite della banda della Magliana
Traquesti pochi «illuminati» c'è la giornalista Angela Camuso che qualche mese fa ha pubblicato un'edizione aggiornata del suo «Mai ci fu pietà» già celebrato come la vera storia della Banda della Magliana, rigorosamente fedele, dettagliata e basata sui documenti giudiziari. È l'occasione per fare il punto sugli ultimi eventi delittuosi della Capitale e che hanno allarmato anche i cittadini. Riciclaggio di denaro sporco, usura, scommesse clandestine, videopoker, gioco d'azzardo per un giro d'affari di 3 miliardi di euro: la malavita organizzata non sa cos'è la crisi. E ora le più recenti inchieste giudiziarie stanno svelando i contorni della nuova malavita imprenditoriale capitolina: «Sono andata a leggere e rileggere tutti i verbali dei collaboratori di giustizia, una vera miniera di informazioni. Mi sono identificata a tal punto nelle loro storie che ho finito per sognarmele di notte - spiega la Camuso - Nel libro racconto del ruolo svolto di recente negli ambienti della mala dai gioiellieri Simmi, il cui rampollo, Flavio, è stato assassinato in pieno giorno nel luglio scorso a Prati». Con «Mai ci fu pietà» stiamo dentro la cronaca nera. Un racconto intenso, documentatissimo e concatenato nel quale, pagina dopo pagina, si trovano risposte a tanti interrogativi rimasti sospesi. Come nella migliore tradizione giallistica c'è un'abbondanza di nomi, soprannomi, luoghi, incontri. E una girandola di personaggi vecchi e nuovi come Dario Marsiglia, catanese ed ex uomo di Calò, che catturato per traffico di droga nel 2004 da pentito consegnò un memoriale-bomba che dava un'immagine segreta e inedita della Capitale. In particolare di un anno passato all'ombra del mafioso D'Agati a presenziare incontri tra Cosa Nostra e gli eredi di De Pedis nei locali del Testaccio. Dai proventi milionari della vendita di fiumi di cocaina purissima la Banda della Magliana come l'araba fenice, risorse dalle sue ceneri.