L'indipendenza italiana è un affare francese: senza l'esercito di Napoleone III l'Unità d'Italia non ci sarebbe stata.
Lamostra, dal titolo «Napoleone III e l'Italia, nascita di una nazione, 1848 - 1870», organizzata in collaborazione con la Fondazione Alinari di Firenze e il Museo del Risorgimento di Milano, con l'alto patrocinio dei presidenti della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, e italiana, Giorgio Napolitano, si inserisce nell'ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. «Tra il 1848 e il 1870 le relazioni franco-italiane furono movimentate, contraddittorie e appassionanti, ritmate da impegni politici, mediazioni diplomatiche e conflitti armati - dice Sylvie Le Ray-Burimi, a capo del dipartimento di iconografia del Musee de l'Armee, tra i curatori dell'esposizione assieme a Anthony Petiteau, sempre del museo parigino, Monica Maffioli e Marina Messina, direttrici scientifiche rispettivamente della Fondazione Alinari e delle Civiche Raccolte Storiche di Milano - Non sono infatti mancate dispute per interessi comuni e incompresioni che non hanno tuttavia ostacolato la marcia verso l'unità, il 17 marzo del 1861». L'Italia, in quanto nazione sovrana indipendente, è nata dall'unificazione, in meno di tre anni, di un mosaico di stati preunitari, continua la curatrice, grazie all'impulso del Regno di Piemonte-Sardegna, e alla genialità del conte di Cavour, di chiedere aiuto alla Francia, che era una delle più grandi potenze. Napoleone III, eletto nel 1848 Presidente della Seconda Repubblica francese e diventato dal 1852 fino al 1870 Imperatore dei francesi, intervenne non solo per ragioni diplomatiche , ma anche per la convinzione che l'unificazione italiana fosse una buona causa.