Alemanno: «Nessun ministro ci romperà le scatole». Rondi: «Concordo»
Eanche il (solitamente) diplomatico presidente Gian Luigi Rondi non è stato da meno: «Sottoscrivo in pieno quello che ha detto l'onorevole sindaco», ha affermato. Questa la risposta romana al ministro dei Beni Culturali Galan che, ormai da qualche tempo, sostiene che un festival cinematografico per l'Italia basta e avanza. E per lui dev'essere quello di Venezia. Della possibile visita di Galan alla kermesse romana Alemanno specifica: «Basta che venga qui con rispetto». Per il sindaco della Capitale il problema dei due festival non esiste perchè c'è spazio per entrambi. E comunque, a un certo punto, afferma : «Del contributo dello Stato possiamo farne a meno». Il che è decisamente più che un'ipotesi, visto che il direttore della kermesse romana, Francesca Via, ha spiegato che dal ministero al Festival, per il momento, è arrivato solo il patrocinio. Dei 270mila euro richiesti a titolo di contributo (solo una piccola parte di quello che serve per far marciare la «macchina festival»), per il momento nemmeno l'ombra. Insomma sembra che tra Roma e Venezia sia guerra aperta. Ancora sul ministro Galan: «Secondo me - ha detto Alemanno - il suo mi sembra un dispetto» e comunque in questa polemica «non c'è alcuna crisi politica all'interno del governo, ma solo, casomai, un problema territoriale. Un ministro se è tale, secondo me, deve rappresentare tutti». Il presidente Rondi, pacato e discreto, ha comunque messo in chiaro che il Festival di Roma è finanziato dai privati al 70 per cento. La presidente della Regione Renata Polverini ha parlato con entusiasmo di una manifestazione «che arricchisce il nostro territorio». Insomma i soldi il Festival se li trova per conto suo. I tentativi di fare polemiche (qualcuno anche fuori luogo) li ha spenti definitivamente il direttore artistico Piera Detassis: «Non ho mai sostenuto che questo sia un festival, ma casomai un festival con la "festa" nel dna. Insomma il Festival di Roma ha, rispetto agli altri festival, una vocazione più amichevole e calda. È un festival che guarda al pubblico ed è radicato in una città». In modo amichevole e caldo il direttore Detassis ha mandato un messaggio a chi si chiede se la kermesse romana possa misurarsi con Cannes e Venezia: rovesciate la domanda. Antonio Angeli