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I sogni di Leonardo decollano dall'aeroporto

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FiumicinoRicostruite le utopie volanti del genio In mostra anche il misterioso «Ornitottero»

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Qualeluogo migliore dell'Aeroporto Leonardo da Vinci a Fiumicino per far «decollare» le macchine volanti del genio del Rinascimento, appunto Leonardo da Vinci? Fino al 12 aprile lo scalo internazionale ospiterà per viaggiatori e non al Terminal 1 la mostra «Il Genio di Leonardo»: una galleria di 21 macchine e strumenti per il volo ricostruiti con materiali compatibili con l'epoca. Ci sono tutti i sogni volanti di Leonardo, ad osservarli materializzati c'è lo sguardo di Leonardo stesso, raffigurato nel «Ritratto di Acerenza», anch'esso in mostra. Fabrizio Palenzona, presidente di Aeroporti di Roma, ha presentato così la mostra: «Leonardo da Vinci è nel dna del Paese, è nel dna di tutti noi. È il nostro antenato eccellente. Un genio universale: la sua opera non si è limitata soltanto all'arte ma ha spaziato dalla fisica all'anatomia, dalla meccanica all'astronomia. Molte delle invenzioni dei nostri giorni sono state anticipate da lui». Le grandi ricostruzioni sono state realizzate dalla Fondazione Anthropos in legno e tela, a grandezza naturale, seguendo fedelmente disegni e progetti contenuti nei vari Codici. Il pezzo forte dell'esposizione, ricostruito per la prima volta, è l'imponente «Ornitottero verticale», progetto leonardesco di una macchina in legno e stoffa alta 12 metri con un'apertura alare di 24 metri e che rappresenta la prima idea di elicottero. Un progetto affascinante e misterioso: date le enormi dimensioni Leonardo ritenne necessario l'uso di due paia di ali che devono battere «in croce, simile all'andare del cavallo». Sulle pareti della Multi Media Immersive Gallery, vero museo virtuale, sfila il mondo rinascimentale di Leonardo, con le proiezioni dei suoi scritti, dei disegni e delle sue maggiori opere, dalla «Gioconda» all'«Ultima cena». Ma il piatto forte sono le macchine, tutte accompagnate dai progetti, come l'Aliante, l'Ala battente, e poi gli strumenti per il volo: l'Anemoscopio per misurare il vento, l'Igrometro a cera per l'umidità atmosferica, l'imponente Vite aerea e il Paracadute con cui «gettarsi senza alcun danno di sè». Ad applaudire il genio dell'«uomo del futuro che veniva dal passato», ieri all'inaugurazione della mostra, anche l'attore Philippe Leroy, il celebre Leonardo del piccolo schermo nello sceneggiato di Renato Castellani del 1972 e i due astronauti italiani Roberto Vittori e Paolo Nespoli, che hanno partecipato alle missioni sulla Base Spaziale Internazionale.

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