di Antonio Angeli È stato poco più che un adolescente, un rude soldato baffuto e anche un grande ballerino.
Alcinema i «Tre moschettieri» piacciono sempre, tanto che, con questo titolo, ora tornano sul grande schermo per la nona volta. E in una inedita versione in stile «rock». Il più classico dei classici romanzi d'avventura, scritto da Alexandre Dumas padre nel 1844, sarà ora in 3d con la regia dell'inglese Paul W.S. Anderson che ha messo la moglie, la bella Milla Jovovich, nel ruolo di Milady. Non solo: nelle sale di casa nostra da venerdì i Tre Moschettieri potrebbe essere il primo di una serie, infatti le avventure coprono solo la prima parte del romanzo. Inoltre il film ha un primato: è il primo kolossal in costume girato in 3d. Realizzato con tecniche all'avanguardia questo film, assicura la Jovovich, porterà il cinema a tre dimensioni «in una nuova direzione». E Anderson è, naturalmente, d'accordo. Mai contraddire la propria signora. «È come il Technicolor - dice il regista - all'inizio fu usato per gradi e per grandi progetti, ma poi la tecnologia diventò più accessibile». Il tutto sullo sfondo di una serie di set incredibili, con la Francia di Luigi XIII ricostruita in Germania: dalla residenza di Wurzburg in Baviera, che è diventata il Louvre, allora sede dei sovrani, al castello di Weissenstein di Pommersfelden. «In uno di questi castelli - ha commentato Milla - Visconti fece fare buchi nei muri e il governo disse: mai più. Ma il World Heritage Fund è stato generoso. E noi li abbiamo trattati come musei». D'Artagnan è un «ragazzino» di 19 anni, proprio come nel classico di Alexandre Dumas: Logan Lerman. «È la storia di un ragazzo che diventa uomo», spiega l'attore americano di Los Angeles e coetaneo del guascone protagonista dell'avventura: il suo D'Artagnan ha un pizzico dell'umorismo del Gene Kelly del celebre film del 1948. Ma Lerman è certo il più giovane di tutti gli interpreti del ruolo. «Volevamo che avesse la stessa età del D'Artagnan del libro», spiega il regista. Accanto a lui recitano e si battono in acrobatiche sequenze di cappa e spada con risvolti quasi fantascientifici Matthew Macfadyen (Athos), Ray Stevenson (Porthos) e Luke Evans (Aramis). «È stato straordinario filmare in Germania in veri castelli, ma anche negli studi di Bablesberg dove fu girato Metropolis - ha detto Stevenson - Un film all'avanguardia per allora, e un film all'avanguardia il nostro». Questa versione dei Tre moschettieri oltre che all'avanguardia ha un sapore decisamente «futuribile». A un certo punto cominciano a spuntare anche dei galeoni volanti inventati da Leonardo da Vinci. Ma non è questa l'unica novità della nuova versione. I Tre Moschettieri hanno il loro nemico naturale nel duca di Buckingham, il consigliere preferito alla corte di re Giacomo. Ha il viso e i capelli impomatati di Orlando Bloom nella parte, insolita per lui, di eroe negativo. «Essere scelto una volta tanto per il ruolo del cattivo mi ha fatto immediatamente dire di sì», ha spiegato l'attore. E ha studiato il personaggio per renderlo in chiave moderna e un po' rock. Su suggerimento di Anderson Orlando si è ispirato a rockstar come il David Bowie di Ziggy Stardust, per calarsi negli elaborati costumi del film. Il mio personaggio «ha la spavalderia e i bizzarri costumi di Ziggy - ha aggiunto - è un bambino petulante con un grande senso dell'umorismo. È stato Paul W.S. Anderson che ha voluto dei personaggi che somigliassero a delle rockstar». La prima versione cinematografica del romanzo ormai è archeologia: risale al 1909 e fu realizzata dall'italiano Mario Caserini. Poi i Tre moschettieri sono stati «reinventati», oltre che come film d'avventura, come commedia, cartoon, musical. Il romanzone d'appendice di Dumas ha sempre funzionato: i Tre moschettieri (che alla fine saranno quattro) piacciono in tutte le salse.