Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Magia e mistero del Guerriero di Capestrano

default_image

  • a
  • a
  • a

Perla prima volta in Italia un artista contemporaneo ha realizzato la sala permanente di un museo che ospita un famoso capolavoro dell'antichità. Ne sono protagonisti, nel Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo Villa Frigerj di Chieti, l'impressionante Guerriero di Capestrano (VI secolo a.C.), enigmatico caposaldo della scultura arcaica italica e Mimmo Paladino, uno dei più noti artisti italiani. E grazie al bel volume dalle dimensioni di album fotografico, curato da Gabriele Simongini con il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Abruzzo Andrea Pessina e pubblicato da Allemandi, si ha quasi la felice impressione di entrare veramente nella nuova sala del Guerriero, grazie alle strepitose fotografie di Pasquale Palmieri ma anche grazie alla limpida chiarezza dei testi. Si varca una dimensione che va «Al di là del tempo», come dice il titolo del volume riferendosi al mirabile dialogo fra il Guerriero di Capestrano e l'intervento di Paladino, così riuscito da non far pesare gli oltre 2500 anni che separano le due opere. E si comprende che l'occasione di entrare nella nuova sala restituisce la forte emozione che suscitava sulle popolazioni abruzzesi quell'imponente scultura in pietra calcarea locale, alta 2,09 metri, posta in una necropoli ad indicare la tomba di un personaggio di alto rango sociale, a cui si tributava un culto degno quasi di una divinità. Le armi, l'ascia, gli ornamenti, il misterioso copricapo «cosmico» che è diventato il suo elemento distintivo noto in tutto il mondo, celebravano un potere civile e religioso al tempo stesso. Come nota Simongini, la nuova sala permanente del Guerriero, fluida e senza angoli, non è un puro e semplice allestimento ma è la creazione di un inedito spazio architettonico che in sé accoglie il mirabile capolavoro della scultura arcaica italica e un intervento creativo discreto e minimale che va scoperto lentamente: gli aerei e leggerissimi graffiti di Paladino che quasi sfiorano le pareti come segni poetici. Al centro di quest'opera totale, fatta di spazi architettonici, graffiti e illuminazione, sta sempre e comunque il Guerriero di Capestrano, col suo mistero e la sua magia. E senza dubbio il volume ci restituisce un'atmosfera sacrale e sospesa in una dimensione senza tempo. Sim.Ele.

Dai blog