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Una «clinica» per le opere d'arte

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Grazieall'accordo con «Art Defender», società leader nella logistica delle opere d'arte, l'Opificio fornirà a privati servizi di diagnostica e di restauro che avranno la supervisione scientifica dei suoi esperti. L'accordo è il primo del genere a basarsi su una sinergia tra ente pubblico (l'Opificio) e soggetto privato (Art Defender), e permetterà a collezionisti e proprietari di opere d'arte - fondazioni, enti, antiquari, musei, banche, compagnie assicurative, gallerie, case d'asta - di fruire di interventi di professionisti di livello mondiale. La collaborazione ha preso il via ieri, dopo il vaglio degli uffici del ministero e dell'Avvocatura dello Stato. Sede operativa sarà il centro di eccellenza di Calenzano, un deposito di alta conservazione delle opere d'arte che Art Defender ha da poco inaugurato. «Si tratta di un'attività dell'Opificio che verrà svolta extramoenia - ha spiegato la soprintendente al Polo Museale, Cristina Acidini - e nella quale si potrà fruire di attenzioni del nostro personale relativamente agli aspetti conservativi e di diagnostica delle opere d'arte». «L'Opificio - ha proseguito la soprintendente - non interverrà direttamente sulle opere dei privati, ma sarà una specie di garante, indicando i percorsi scientificamente corretti per la loro salvaguardia ed i professionisti idonei ad intervenire». Il personale verrà individuato fra quanti avvicinano l'Opificio, sia come diplomati alla Saf, sia come restauratori accreditati. Inoltre, secondo la convenzione, l'Opificio potrà operare su un'area di oltre 900 metri quadri, sui 3.300 del centro di Calenzano.

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