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Social shopping

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Dalla cena romantica alla lezione di tango L'acquisto si fa online

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Iltutto senza arrivare a spendere neanche cento euro, l'esempio di un sogno che il "social shopping" sta trasformando ogni giorno in realtà per un numero sempre maggiore di utenti di Internet. È l'ultimo trend di Internet, una sorta di derivazione dell'e-commerce e dello shopping tradizionale in un ambiente simile a quello di un social network, dove gli utenti prima di acquistare raccolgono e comunicano informazioni, chiedono consigli e suggerimenti relativi all'acquisto dei beni e dei servizi, che poi è l'arma migliore per non prendere "fregature". Si compra di tutto, dai weekend alle cene, dai trattamenti benessere alla lezione di tango, con punte massime di sconto che possono anche raggiungere l'80%. Il "trucchetto", in fondo, è semplice: il sistema si basa sul puro concetto dell'economia di scala. Vuoi ottenere una cena scontata in un bel ristorante? Riempi il locale e il gestore si dimostrerà "generoso" al momento del conto. La condizione sine qua non infatti è sempre quella: raggiungere il quorum, altrimenti addio all'oggetto o servizio desiderato. Vanno per la maggiore i weekend, meglio se in luccicanti spa, seguiti dalle cene romantiche per due nei ristoranti italiani più alla moda e dai trattamenti estetici, con i massaggi in pole position in prevalenza "cliccati" da giovani donne divoratrici di Internet. Ma i primi segnali di una virata del "social shopping" verso servizi indispensabili sta cominciando ad arrivare. Prendiamo le cure dentistiche ad esempio, da sempre odiate non solo per il dolore ma per il prezzo. Da qualche tempo è possibile strappare una classica "pulizia dei denti" a 39 euro anziché 130. Stessa musica per gli oculisti: a 39 euro una visita completa, da misura della vista alla topografia corneale. In Italia, secondo gli ultimi dati Nielsen, i siti del social shopping più gettonati sono Groupon e Groupalia, rispettivamente 5 milioni e 1 milione e mezzo di utenti, ma ci sono anche Glamoo, Tuangon, Prezzofelice, Noi Buy. E se si pensa che Groupon, nato in America nel 2008 e che deve il proprio nome al mix delle parole group e coupon, è sbarcato in Italia meno di un anno fa, non c'è da stupirsi se colossi come Google e Facebook abbiano guardato a questi siti con un certo "appetito". Ancora una volta il web ha centrato il segno e si è rivelato lo strumento più al passo con i tempi. Riuscendo a superare quella normale diffidenza dell'utente di Internet, ormai abituato a navigare ogni giorno tra migliaia di offerte, promozioni e promesse di sconti e quindi a conoscere la differenza tra un affare e una fregatura. E oggi i clienti virtuali del social shopping sono più di 9 milioni. Non è però tutto oro quello che luccica. Con il moltiplicarsi dei siti che promettono acquisti scontatissimi aumentano anche le lamentele di chi dei servizi o beni acquistati è rimasto tutt'altro che soddisfatto. Le associazioni dei consumatori lanciano l'allarme: attenzione a non incappare in aziende poco serie. Uno dei rischi più diffusi è la non certezza del giusto rimborso in caso di acquisto non andato a buon fine. Perché il più delle volte il servizio si paga ad un'azienda che non è la stessa che eroga il servizio.

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