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Crialese va all'Oscar con «Terraferma»

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«Non me l'aspettavo ma lo speravo», ha ieri esordito un emozionato Emanuele Crialese alla notizia che il suo film, «Terraferma», già premiato a Venezia, sia stato scelto per rappresentare l'Italia agli Oscar. Forte la concorrenza con gli altri film italiani autocandidati all'Oscar (ben 8 di cui 7 targati Rai Cinema), tra i quali la commissione Anica (composta dal direttore del Cinema Nicola Borrelli, dai registi Marco Bellocchio e Luca Guadagnino, dalla presidente dei Giovani Produttori Martha Capello, dalle produttrici Francesca Cima e Tilde Corsi, dalla presidente Unefa Paola Corvino e dal giornalista Niccolò Vivarelli) è rimasta fino all'ultimo indecisa su tre titoli. «Terraferma» alla fine ha però vinto su «Habemus Papam» di Nanni Moretti e su «Noi credevamo» di Mario Martone. «Non parlerei, però di concorrenza - ha aggiunto Crialese - ma di una bella squadra con colleghi stimatissimi, non mi sono mai sentito in gara con loro. C'erano film davvero belli. La mia pellicola (prodotta da Rai Cinema con Cattleya, Sensi Cinema e Regione Sicilia) ha molte cose che potrebbero piacere agli americani, che al contrario sono, forse, più distanti da temi riguardanti il Papa o il nostro Risorgimento. In Usa, dove ho vissuto e studiato a lungo, sono più sensibili a storie dove emergono conflitti umani e "Terraferma" è soprattutto un film sulla solidarietà. Già in "Nuovomondo" (anche quello candidato agli Oscar nel 2007) avevo trattato il tema dell'immigrazione che da loro è molto sentito. Certo, in Usa sembrerà assurdo che ancora esista un'accoglienza verso gli immigrati come quella che si vede nel film, senza tralasciare che "Nuovomondo" già raccontava proprio di Ellis Island, l'isola americana sulla quale venivano bloccati i migranti agli inizi del secolo. In Usa potrebbero apprezzare le mie immagini sui turisti sculettanti che in vacanza ballano in barca, come metafora di ciò che vediamo in tv. Al contrario, credo che nel mio film possano non entusiasmare il pubblico americano le poche spiegazioni e il finale aperto: in questo senso "Terraferma" resta una sfida, per quel modo di raccontare molto latino e veloce. Anche se quando lavoro dietro la macchina da presa uso più immagini che parole, realizzo film immaginando sempre un pubblico mondiale». Per Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, prima di cantare vittoria occorre vedere se il film riuscirà ad entrare nella cinquina dei migliori film stranieri: «Il prossimo 24 gennaio lo sapremo. Ma non mi meraviglio più di niente, se penso che "Gomorra", in lizza nel 2009, non venne preso in considerazione dall'Academy. Tutti noi faremo la nostra parte, lo stanziamento del Mibac per il candidato all'Oscar dovrebbe ammontare a 250.000 dollari, ma aspettiamo la comunicazione ufficiale e siamo felici perché il film sta comunque avendo successo anche in sala».

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