Scontro tv tra Barbara e Milly
«Siamo in onda, ce l'abbiamo fatta - ha esordito ieri sera Barbara D'Urso aprendo il contestatissimo «Baila!» e chiedendo aiuto al regista Roberto Cenci - Mi devi aiutare Roberto», visto che il programma è stato rivoluzionato «nelle ultime due ore». È guerra aperta tra primedonne della tv. Ma il primo round lo hanno vinto Milly Carlucci e la Rai in difesa di «Ballando con le stelle» nella causa intentata contro il programma «Baila!» condotto da Barbara D'Urso e andato ieri in onda su Canale 5 tra un oceano di polemiche. Il giudice del Tribunale di Roma, Gabriella Muscolo, ha depositato ieri mattina la propria decisione sentenziando che «Baila!» copia il programma di Raiuno. Inizialmente sembrava che Mediaset non volesse procedere alla messa in onda della prima puntata dello show che è un riadattamento del messicano «Ballando por un suegno», con Elisabetta Gregoraci, Martina Colombari, Luca Marin, Max Laudadio e altri personaggi. La singolarità della causa civile è rappresentata dal fatto che fino a ieri sera «Baila!» non lo aveva ancora visto nessuno e quindi nel ricorso si sono basati solo su elementi legati al sentito dire e non verificati dalla messa in onda. Il giudice ha invece valutato diversamente dando ragione alla Carlucci e alla Rai, che si è associata alla posizione della conduttrice. Per l'avvocato Giorgio Assumma - legale della Carlucci - si tratta di una «decisione storica perché servirà a mettere ordine nel settore della concorrenza televisiva, dove spesso si verificano casi di concomitante messa in onda, da parte di emittenti diverse, di programmi simili se non addirittura identici. Sotto il profilo giuridico, a mio avviso, la decisone è tecnicamente corretta in quanto applica il principio della legge sul diritto d'autore, poco conosciuto e perciò poco adottato, secondo cui ben può essere inibita da un giudice la diffusione di un programma prima della sua messa in onda quando, nel frattempo, emergono all'esterno della relazione elementi che ne provano la illecità, sotto il profilo della tutela della paternità intellettuale». Per il giudice c'è stato infatti «un illecito per violazione del diritto di proprietà intellettuale». Ma quali sono i motivi di similitudine da evitare tassativamente secondo il giudice? Vip e personaggi noti (in "Ballando" i vip aspirano a diventare bravi, in «Baila!» fanno da trainer alle persone comuni); la selezione a eliminazione con la combinazione di una giuria e del voto popolare, quindi il mix tra le famigerate "palette" e il televoto; e l'aggiudicazione di un premio. Cosa accadrà? Saranno poi le parti in causa, cioè Milly Carlucci e la Rai, a valutare se le indicazioni del giudice sono state rispettate. Per Roberto Cenci, direttore artistico di «Baila!», di recente «è uscito questo termine, "clone" ma a mio parere è sbagliato, allora il Tg5 e il Tg1 non dovrebbero più andare in onda? Come "Forum" e "Verdetto Finale"? Posso solo dire che noi abbiamo ragione. "Ballando con le stelle" si ispira al britannico "Strictly come dancing" della Bbc. Endemol e Rti hanno invece comprato, acquisito in licenza e riadattato per il mercato italiano il format messicano "Bailando por un sueno"». In una giornata concitata, piena di dichiarazioni e ripensamenti, Mediaset ha ieri annunciato in una nota che «Baila!» sarebbe comunque andato in onda, anche se «osservando scrupolosamente tutte le inibizioni del giudice». E ancora per Mediaset «già a prima lettura il provvedimento, peraltro provvisorio, appare ingiusto ed erroneo. Pertanto Mediaset, lo impugnerà d'urgenza chiedendone l'annullamento».