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«I politici fanno ridere anche senza imitazione»

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Prodottada Artis/Raifiction: protagonista Gigi Proietti. Gigi Proietti, ma le fanno fare il truffatore in tv? «Ma è un truffato! Pentito». Il suo personaggio in poche righe? «Lui si presenta come ex generale della Finanza. Gli altri condomini hanno comprato le case con sacrificio. E devono pagare un'ipoteca: questa è la premessa. È una truffa molto più diffusa di quanto pensiamo: il discorso è sociale». Nella fiction lei parla svariati dialetti, quanto è importante per un attore conoscerli? «È una delle cose che vanno inserite nel proprio bagaglio tecnico. Io ci gioco. Per un attore? Be' credo sia importantissimo. Adoro i dialetti, dal Nord al Sud: sono più caldi della lingua, che è impersonale». Le piace la tv? «Se vedo una cosa ben fatta... È un po' come il cinema: mi piace vedere un bel film. Sono uno spettatore medio, non un maniaco della tv ma la guardo». Cosa guarda? «Dipende, fino a qualche tempo fa vedevo i dibattiti politici. Non tanto per le vicende quanto per i personaggi: come parlano e come si comportano». Insomma li studia. «Li studio: una situazione esilarante e drammatica insieme». Ma non li ha mai imitati. «No, no. Bastano quelli veri». Quando la rivedremo in teatro? «Riprendo con lo spettacolo di cui avevo interrotto le repliche, a causa dell'estate. Dall'8 ottobre fino al 6 novembre al Sistina». E sul piccolo schermo? «Dovrei essere sul set per marzo-aprile. Vedremo... E c'è uno show tv, per luglio ma per due, forse tre serate: per ora è una proposta, e ringrazio che mi sia stata fatta». C'è un attore - magari un ex-allievo - che può essere considerato il suo pupillo? «Una bella carriera quella di Insinna, Brignano, Laganà. Si muovono come star ma anche gli altri ci hanno dato soddisfazione». Riaprire la scuola? «La voglia l'avrei. Ma non mi metterei a imbiancare qualche sottoscala. Dovrebbe avere una sede importante, dignitosa».

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