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di ANTONIO ANGELI L'industria aerospaziale, la scienza, più in generale il genere umano sembrano, nel Terzo Millennio, intrappolati nell'orbita terrestre.

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Neilibri di storia, anzi, di archeologia, si legge del sogno di von Braun che, dopo la Luna prometteva lo sbarco su Marte nel 1985 (era il 1969, l'anno dell'allunaggio) e c'era chi garantiva l'arrivo degli uomini su Giove per il 2001. È rimasta fantascienza. Ma oggi, nel 2011, la Nasa, dopo aver mandato in pensione l'ultimo Shuttle, ricomincia a guardare verso Marte. L'agenzia spaziale americana, una manciata di giorni fa, ha annunciato lo studio di un nuovo sistema di lancio: lo «Space Launch System», per portare verso le stelle la capsula Orion. Primo volo previsto: a fine 2017. Sarà un lancio storico: l'America tornerà a «bucare» l'atmosfera. Perché oggi gli americani, per andare nello spazio, sono costretti a chiedere un passaggio alle nevicelle Soyuz. L'era dello Shuttle è definitivamente terminata. Ne deve iniziare una nuova. «Sono stato orgoglioso di volare sullo Space Shuttle - ha detto Charles Bolden, numero uno della Nasa, ex pilota, uomo-mito dei voli spaziali - Gli esploratori di domani sognano di poter camminare su Marte». Non solo: l'orbita lunare e il viaggio su un asteroide sono fra gli altri possibili obiettivi. Insomma c'è la volontà di uscire dalla logica del sali-scendi sulla Base Spaziale Internazionale (per quanto siano importanti gli esperimenti che vi si conducono) e tornare ad esplorare lo «spazio esterno». Ma questo costa un mucchio di soldi e c'è chi vorrebbe qualcosa di diverso dal sistema Korolev-von Braun, con vettori che puntano dritto per dritto verso il cielo. «Mancano i soldi, manca la ricerca, manca il "salto tecnologico", come quello che si è fatto per la conquista della Luna», afferma il giornalista scientifico Giorgio Di Bernardo, tra i fondatori del sito DedaloNews e autore, con Paolo D'Angelo, del bel libro «Sts-134 Endeavour. L'azzurro oltre il cielo». «Credo che il futuro sia nello spazioplano, cioè in un mezzo che decolla come un aereo, utilizzando i nuovi motori scramjet e poi esce dall'atmosfera con un motore a razzo. Questo potrebbe contenere i costi e dare nuovo impulso ai viaggi spaziali. Di questo genere c'è un progetto inglese molto interessante: lo Skylon con motore Sabre». Ma per il momento la Nasa (con non molta fantasia) punta sul «tradizionale». Nei piani dell'agenzia il sistema Sls (che sembra un Saturno V con i booster dello Shuttle) garantirà il trasporto di equipaggi e voli commerciali sulla Stazione Spaziale, attraverso il Multi-Purpose Crew Vehicle, derivato dalla capsula Orion. L'Sls ha ereditato parte del sistema propulsivo dello Shuttle: il motore sarà alimentato da un mix di idrogeno ed ossigeno a temperature bassissime, affiancato dai due booster riutilizzabili. Come lo Shuttle. Nel nuovo programma, ha annunciato la Nasa, confluiranno gli investimenti tecnologici del vecchio Programma Shuttle. Il progetto costerà la bellezza di 35 miliardi di dollari e il primo volo con equipaggio umano è previsto nel 2021. L'obiettivo? Marte, ovvimente. Ma quando non si sa.

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