Bonelli con Zagor e Mister No fece la fortuna del fumetto
Haappena salutato per l'ultima volta uno dei suoi maggiori fan e sostenitori. Fin dall'«Alba dei morti viventi», il primo albo pubblicato nell'ottobre '86. Ci vorrebbe una freddura di Groucho per sdrammatizzare la scomparsa di Sergio Bonelli, padre-padrone dell'omonima casa editrice e Re Mida del fumetto italiano degli ultimi cinquant'anni. Fin dal 1957 quando, sulla scia del padre Gian Luigi (il creatore di Tex Willer, per intenderci), prese in mano la casa editrice di famiglia, trasformandola nella Sergio Bonelli Editore e facendone un vero colosso dell'editoria popolare. Da quel momento, praticamente tutti i personaggi più amati dal pubblico sono passati dalle sue mani. Da Zagor a Mister No, da Tex a Nathan Never, da Martin Mystére a Dylan Dog. Bonelli ci ha lasciati ieri, a 79 anni. Lasciando una voragine. Non era solo un editore illuminato e un infallibile scopritore di talenti. Era anche e soprattutto uno sceneggiatore. Per non essere confuso col padre Gian Luigi, in carriera usò lo pseudonimo di Guido Nolitta. Ed è con questo marchio che nel '61 inventò Zagor e nel '75 Mister No. Proprio Jerry Drake è considerato il capostipite dei moderni personaggi bonelliani: un antieroe, molto umano nei suoi pregi come nei suoi difetti e ben lontano dalla figura dell'eroe tutto d'un pezzo e infallibile come Tex. Mister No è un personaggio in conflitto con il mondo che lo circonda e con dubbi esistenziali (si rifugia nella selvaggia Amazzonia per fuggire dagli orrori della guerra), e spesso alle prese con i piccoli problemi quotidiani (i debiti che lo perseguitano). «Io non sono mai stato bravo a disegnare - ha confessato Sergio Bonelli qualche giorno fa - mi sono improvvisato editore. Però ero un lettore accanito e appassionato. Sapevo a memoria tutti i fumetti che uscivano nelle edicole. Mi sono lasciato prendere dalla passione. Quando vedevo in giro sceneggiatori e disegnatori bravi non sapevo resistere alla voglia di collaborare con questi talenti e allora mi prendevo la briga di mettere in cantiere una pubblicazione nuova». Ed è proprio così che Sergio Bonelli è diventato sinonimo di fumetto italiano.