Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Vi racconto il Paese reale»

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Ivolti: Lorena Bianchetti e Milo Infante. L'orario: dalle 14 in poi. Ieri si è parlato di aborto: in studio una «sopravvissuta». La madre abortì in Inghilterra a 6 mesi di gravidanza. Lei ora ha fatto propria la crociata antiabortista. Lorena Bianchetti, su «Italia sul 2»: niente gossip? «Ma guardi, diciamo che amo di più la parola costume. Gossip ha un'accezione negativa: in questo termine non c'è rispetto per la persona di cui si tratta». Su cosa puntate? «Cerchiamo di raccontare quella che è la società, senza alcuna presunzione. Ci piacerebbe soprattutto dare eco a chi solitamente non ne ha». Un esempio? «Abbiamo raccolto testimonianze di donne con una pensione di 600-700: non arrivano a fine mese. Si rivolgono alle mense Caritas e alle associazioni. E sono persone che hanno lavorato per una vita ma che non fanno notizia». Tematiche sociali. «Sì ma, occorre ribadirlo, senza presunzione. Dalle persone a tematiche che riguardano la sfera umana, come l'aborto. Per la donna è un lutto. Sono storie che non vengono trattate nel pomeriggio televisivo». La storia più bella che ha portato in tv? «La riflessione dello psichiatra Andreoli: su come i rapporti umani, spesso e volentieri, siano flebili. Come un chewingum che appena finito il gusto si getta via. O l'elogio della fragilità: non è vero che una persona è bella solo se spregiudicata o furba. Spero che alla fine dell'anno chi raggiunge obiettivi per merito si senta meno stupido». La puntata che consiglierebbe? «La storia di una ragazza di 28 anni che non c'è più. Era sulla sedia a rotelle ma con il sorriso sulle labbra». Argomento preferito? «Mi piace tutto ciò che riguarda la persona umana, raccontata nel bene e nel male. Ci siamo soffermati anche sulle intercettazioni e sulla sindrome di Peter Pan». Occupa il pomeriggio di Raidue. Prime serate? «Mi piacerebbe, completerebbe il mio lavoro anche se la quotidianità fa stabilire col pubblico un'intimità maggiore». Forse è più faticosa. «Be' ho voluto la bicicletta, ora pedalo».

Dai blog