Come eravamo: ecco la vera Italia
È incredibile l'emozione che suscitano le vecchie immagini ingiallite della mostra fotografica «Foto Famiglia», aperta al pubblico da oggi al Vittoriano. Si parte dal 1861 e si arriva agli anni Sessanta: ci sono le foto di gruppo, i matrimoni, le pastarelle, gli abiti della domenica. Questa mostra ha qualcosa di geniale, di eterno: in quei volti scolpiti dal sole e dal lavoro c'è la storia della nostra Italia. Le foto di famiglia di solito muffiscono in fondo ad un cassetto, sotto le «posate buone», con l'abitino della comunione del «pupo» e il diploma della terza media del papà. Però sono un tesoro immenso e questa mostra ha il merito di metterle in vetrina. Eccezionale la sintesi fatta dal curatore, Francesco Mattioli: solo cento fotografie per documentare il passaggio dal clan ottocentesco alla micro-famiglia nucleare. A disposizione ne aveva, probabilmente, centinaia di migliaia. Ma la mostra non sarebbe stata così incisiva. Mattioli è ordinario di Istituzioni di Sociologia alla Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza di Roma, autore anche del saggio in catalogo. L'esposizione è realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia. Arrivando alla sinistra del Complesso del Vittoriano, salendo pochi gradini, si arriva nella Sala Giubileo di via San Pietro in Carcere. Davanti agli occhi subito la prima «didascalia»: «La famiglia clan. Una volta all'anno ci riunivamo, tutta la famiglia: i figli, i nipoti, i miei fratelli e le mie sorelle. Qualcuno veniva da lontano, anche dall'estero... una volta vennero anche i parenti di mia moglie... eravamo più di cinquanta. Ma questo accadeva prima della guerra, quando la famiglia, cioè i legami familiari, contavano ancora, anzi erano la cosa più importante. Corrado 78 anni nel 1981». Viene subito la domanda: ma se aveva 78 anni nell'81... Sì, Corrado non c'è più. Ma il suo ragionamento è valido. Oggi più che mai. Il sottosegretario per le Politiche della Famiglia, Carlo Amedeo Giovanardi, che ieri ha inaugurato la mostra, che proseguirà fino al 23 ottobre, ha detto che il percorso espositivo fa vedere il cambiamento della famiglia italiana. «Le prime immagini ci mostrano la classica piramide - ha commentato il senatore Giovanardi - davanti una schiera di bambini, dietro qualche anziano. Oggi la situazione è rovesciata: pochi bambini e tanti, tanti anziani». Al di là delle considerazioni politiche c'è l'immagine di un Paese in continua evoluzione. Un'altra didascalia: «Per la comunione i nonni mi regalarono un orologio bellissimo, era più grosso del mio polso e tutto d'oro... Franco, 37 anni nel 1980». In poche parole: l'Italia era divenuta ricca. A chiudere la mostra un tocco ironico e agghiacciante: uno scambio di battute raccolto al coffee break di un convegno sulla famiglia a Roma nel 2010. Dice A: «Il nostro istituto calcola che nei prossimi decenni le celebrazioni delle nozze d'oro caleranno drasticamente fino ad estinguersi». B: «Mi sembra strano, visto che c'è un consistente allungamento della vita media». A: «Il fatto è che i matrimoni, ormai quasi tutti "a tempo", non prevedono più di cinquant'anni di convivenza assieme». B: «Allora mi sento di dare un suggerimento ai fotografi: oltre che gli animali in via d'estinzione, sarà meglio andare a fotografare le nozze d'oro, finché se ne celebrano».