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Sesso, droga e rock'n'roll: l'edonismo e gli eccessi non sono più esclusivo appannaggio delle rockstar.

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«Ormaiil rock'n'roll lifestyle, una volta dominio del mondo del rock, lo ritroviamo in tanti campi diversi, dalla politica all'economia al mondo degli affari», dice Kravitz incontrando la stampa in un grande albergo romano. Oltre 35 milioni di album all'attivo, quattro Grammy Awards, cantante, autore, produttore e polistrumentista nato a Brooklyn da padre bianco ebreo (produttore della Nbc) e madre nera cristiana (Roxie Roker, la famosa Louise della serie tv The Jeffersons), Lenny - trasferitosi da piccolo a Los Angeles per seguire la mamma - gli eccessi li conosce bene. Li ha raccontati nel video di «Where Are We Running»? (2004), protagonista una rockstar in bilico tra stravizi e disperazione. Tempo fa ha confessato di essersi salvato grazie alla figlia Zoe, 23 anni, attrice (e fidanzata con Michael Fassbender, miglior attore protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia), avuta dall'ex moglie Lisa Bonet. Prendendo spunto dalla morte di Amy Winehouse, gli viene fatta una domanda sul rapporto tra rock e droghe: «La droga è ovunque, in qualunque città - risponde - Se volessi acquistarla mi ci vorrebbero tre minuti per trovarla. Chi la vende sa che c'è mercato, che i musicisti e i loro entourage ne fanno uso. Abbiamo molte tentazioni. Ma quello del connubio rock-droga è anche un clichè. I giovani, pensando agli anni '60-'70, credono che la droga aiuti a comporre musica, va di moda pensarlo. Ma la droga è distruttiva, specie se tenti di mascherare il dolore». Racconta che Black and White America è frutto di una «rielaborazione di alcuni aspetti della mia vita, la morte di alcuni familiari, paure, rapporti. Poi un giorno mi sono svegliato e mi sono reso conto che ero felice come non ero mai stato prima».

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