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di STEFANO LIBURDI «C'è stato un incidente.

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Loha appena detto la Cnn. Un guasto... il pilota deve aver perso quota». Chi parla al telefono è Lisa, storica segretaria del Consolato Italiano a New York. Inizia così «11 settembre – io c'ero» di Giorgio Radicati (Jacobelli Edizioni, pag. 160, euro 16.50). Radicati nel 2001 è il console italiano a New York e come tutte le mattine alle 8.55 si trova in macchina, nel traffico cittadino in direzione del suo ufficio, quando lo squillo del telefonino rompe la monotonia di quella soleggiata giornata di settembre. Alle 9.04 un secondo aereo si infila nella Torre Sud e ogni dubbio viene dissipato, gli Stati Uniti sono sotto attacco. Con il World Trade Center, crolla anche il mito dell'invulnerabilità americana. Quelle che seguono sono ore di un'intensità emotiva e di una fatica fisica difficilmente immaginabili per chi non era lì in quel momento, eppure Radicati riesce a portarci dentro quella tragica mattina. Con lui viviamo lo sgomento ma anche la forza di chi sa che adesso deve moltiplicare le energie, visto il ruolo che ricopre. Grazie anche agli ottimi rapporti che intercorrono con le autorità locali, il console riesce ad avere informazioni utili da riferire alla Farnesina in costante contatto con lui. Tutta la comunità italiana che vive nella Grande Mela si mobilita e fornisce notizie sui nostri connazionali. Gli italo-americani si distinguono per l'impegno ed il coraggio con cui si prodigano nei soccorsi. Il 20% degli agenti e dei pompieri morti sotto le macerie di Ground Zero, tra cui il comandante dei vigili del fuoco Peter Ganci, ha un nome italiano. Per questo e per il lavoro svolto dal consolato, il 17 gennaio 2002, viene riconosciuto a Giorgio Radicati il grado di capitano nel corpo dei pompieri di New York. La storia dell'autore corre dentro la storia degli Stati Uniti e di tutto il mondo, in un intrecciarsi frenetico fatto di soccorsi e soccorritori, telefonate di parenti, rimpatri, discorsi alla nazione, conta dei dispersi, dichiarazione di guerra. La desolazione delle prime ore, lascia il posto alla solidarietà; la bandiera americana sventola da ogni finestra, il modello di vita a stelle e strisce, sempre descritto come disordinato e materialista, si scopre sentimentale e spirituale: l'aiuto al prossimo e l'obbedienza civica diventano valori predominanti. Lo sconcerto lascia il posto alla volontà di reagire fino ad arrivare ad una crescente voglia di ritorno alla “normalità”. Un libro, un po' documento un po' diario, fatto di ricordi e di aneddoti, caratterizzato dal punto di vista privilegiato del suo autore che non fa mancare i propri pensieri e le proprie opinioni, che invadono i campi della storia, della politica e dell'economia. Il racconto non si ferma a quei terribili giorni, ma prosegue negli anni successivi e nei mutamenti del pensiero dell'opinione pubblica dopo l'attentato alle Torri Gemelle, fino ad arrivare alla morte di Osama Bin Laden. Sono gli anni della guerra in Afghanistan prima ed in Iraq dopo, alla ricerca di quel nemico senza divisa chiamato terrorismo.

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