Tutti a casa
Ogni paragrafo è una dichiarazione di guerra: in epoca di vacche magre, anzi divenute ormai anoressiche, nel nostro Paese c'è sempre chi sguazza nell'oro. E va raccontando anche di aver fatto tremendi sacrifici. È arrivato in libreria "Licenziare i Padreterni - l'Italia tradita dalla Casta", di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, edito da Rizzoli. Un libro pieno di contumelie, di ingiustizie, di prepotenze. Dei politici, ovviamente, che le infliggono a chi tutti i giorni si alza presto per andare a lavorare. Sono passati, più o meno, quattro anni da "La Casta" e "Licenziare i Padreterni" è una sorta di "tagliando" alla situazione del nostro Paese dopo quella brusca presa di coscienza di come ci prendono per i fondelli i nostri politici. La situazione è peggiorata: c'è ben poco da discutere, le nude cifre, snocciolate dai due, ormai celebri, giornalisti parlano chiaro. Di considerazioni nel libro, come comanda lo stile degli autori, ce ne sono poche. Ci sono cifre e virgolettati che dimostrano che il bambino, anzi i bambini (e sono veramente tanti, sempre di più) presi con le mani nella marmellata, sono sempre lì con le mani nella marmellata. Solo che ora minimizzano, nicchiano, negano l'evidenza. Ma di cambiare non se ne parla. In pratica prima l'italiano onesto era cornuto, ora è cornuto e mazziato. Stipendi, rimborsi, vitalizi e spese folli sono sempre lì. Cosa è cambiato? Prima di tutto la possibilità di controllare i "paperoni" della politica: "lo dimostra la norma approvata "umma umma" nel 2006 con cui fu innalzato di 20 volte, da 2.500 a 50.000 euro il limite sotto il quale i partiti possono mantenere anonimo un "finanziamento liberale"". E questo mentre i politici degli altri Paesi sono tenuti a dichiarare in rete tutto quello che hanno ricevuto. Anche un cestino di frutta. E i tagli? Quelli veri riguardano la scuola, le politiche sociali, le comunità montane. E la politica? "Montecitorio nel 2001 costava in valuta attuale 749 milioni di euro, nel 2006 ne costava 940, e nel 2010, dopo quattro anni di politiche di "tagli", ne costava 1.059. Cioè 310 più che un decennio prima e 119 più che ai tempi dell'esplosione dell'indignazione popolare contro la "Casta"". E stanno tutti zitti, anche quelli onesti (che evidentemente ci sono), ma non denunciano, non si oppongono. Provano "fastidio ad essere buttati in un calderone bollente di "papponi" e "magna magna". Ma davanti a tagli ridicoli e offensivi, perché non urlano il loro sdegno". E che dicono i politici di tutto questo? «Renato Schifani ammoniva: "I politici sono i primi a fare sacrifici". Walter Weltroni concordava: "Se dobbiamo tirare la cinghia dobbiamo farlo tutti assieme. Non va bene che in Italia ci siano i salari più bassi e gli stipendi di parlamentari più alti d'Europa"... "Dobbiamo ridurre della metà la casta, cioè il numero delle persone che vivono di politica" sentenziava Silvio Berlusconi». Tra tante atrocità la cosa più atroce è quella che in questo nuovo libro di Stella e Rizzo non è detta: come si esce da questa situazione. Come si esce dal tunnel, come si fa a rimettere a posto le cose? La risposta è una sola ed è nel titolo: licenziando i Padreterni.