L'arte di Omar Galliani sfida i tesori di Botticelli e Pollaiolo
Ci vuole un bel coraggio a dialogare vis à vis con tre sublimi capolavori dell'arte rinascimentale custoditi nella raffinata casa-museo del Poldi Pezzoli a Milano. Opere come l'«Imago Pietatis» di Giovanni Bellini, il «Compianto sul Cristo morto» di Sandro Botticelli e il «Ritratto di dama» di Piero del Pollaiolo. E ci vuole tanto più coraggio perché il confronto proposto da un noto artista contemporaneo come Omar Galliani si svolge su un terreno quasi proibitivo, quello del disegno. Eppure questa sfida quasi impossibile ha dato un risultato quanto mai sorprendente che fino al 23 ottobre viene documentato dalla mostra «Bellini, Botticelli, Pollaiolo. Capolavori s/velati da Omar Galliani», curata da Lorand Hegyi. Nel Museo Poldi Pezzoli, grazie all'allestimento di Mario Botta, le tavole dei grandi artisti rinascimentali, poste su cavalletti d'artista leggermente inclinati, trovano un enigmatico rispecchiamento, un proprio «doppio» che va al di là del tempo, nelle tavole in legno di pioppo disegnate da Galliani e collocate sulle pareti. Fra queste colpisce in particolar modo quella, gigantesca (cm.200x400), dedicata ad un volto femminile del Botticelli dolcemente inclinato e affiancato da un immenso cielo stellato. La specularità è assoluta protagonista anche nelle opere che reinterpretano sotto nuova luce Bellini e Pollaiolo, con l'inserimento di minuscoli uccellini che sembrano disegnare e nei quali può forse riconoscersi lo stesso Galliani. Del resto nessun artista contemporaneo quanto lui ha saputo trasformare il disegno in tecnica completamente autonoma ed in sé compiuta, tanto da farne un'opera d'arte totale, sospesa fra Eros e Thanatos, fra oriente e occidente, fra tradizione e sperimentazione. Ce lo dice a chiare note lo stesso artista: «Penso a un disegno del mondo, a un disegno eroico, a un disegno epico, a un disegno mai riuscito, penso a un disegno mai visto».