«Matrix» ricomincia con la guerra del fisco
.E Alessio Vinci ha resistito bene. Anzi, ha speso bene un'eredità ingombrante, quella di Matrix formato Mentana. Nello studio al Palatino era approdato nel febbraio 2009 dopo che il divo del Tg5 aveva sbattuto la porta per il caso Englaro. Con Enrico divenuto paladino delle ragioni dell'informazione contro quelle dell'intrattenimento. Beh, in mezzo a questo putiferio era spuntato Vinci. Quasi un marziano a Roma, il quarantunenne proveniente dalla Cnn. Si disse subito che a Matrix non poteva durare a lungo. Invece ecco qua: oggi il conduttore col ciuffo ribelle ricomincia andando come una testuggine romana a scontrarsi con la falange di Bruno Vespa. Che vince negli ascolti, ma lui, il prode Alessio, resiste appunto. E con onore. «Ogni conduttore ha la sua cifra: Santoro è bravissimo, ma si è costruito l'immagine di unico giornalista libero in Italia e usa tutte le tecniche per rafforzare questa immagine», attacca Vinci presentando la nuova serie di Matrix. «In Italia - continua - non sei considerato un giornalista libero se non critichi Berlusconi. Da 17 anni Berlusconi è in politica e anche lui avrà le sue colpe. Io mi sento un giornalista libero e non ho problemi a confrontarmi con l'editore». Chi vuol capire, capisca. Matrix torna oggi in seconda serata (quest'anno va in onda il mercoledì e il venerdì) parlando della lotta all'evasione. Ci sarà Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle Entrate. «Mi piaceva ripartire - spiega Vinci - con un aspetto della manovra che mi ha colpito: la caccia all'evasore fiscale. Ma si guarda solo ai commercialisti, ai proprietari di barche e di macchine di grossa cilindrata. Ho provato a ribaltare la questione: non siamo un po' tutti complici dell'evasione fiscale, quando non chiediamo la fattura all'idraulico?».