Il nuovo sex appeal dell'archeologia
Addio Heinrich Schliemann, che si fece venire i calli alle mani scavando in Anatolia per trovare la città di Troia. E addio anche ad Howard Carter che passò anni a menare colpi di vanga nella Valle dei Re, prima di svelare il mistero della tomba di Tutankhamon. Oggi l'archeologia non richiede più pala e piccone ed è scomparsa, soprattutto, la sorpresa del trovare reperti sottoterra. Con le più sofisticate tecnologie, oggi, si possono individuare antichi oggetti e intere città sepolte senza muovere un solo sasso, senza strappare un filo d'erba. Grazie all'uso di questi nuovi strumenti scientifici una scuola di gladiatori risalente al II secolo dopo Cristo è stata recentemente scoperta nel sottosuolo di Carnuntum, un'antica metropoli romana a 40 km da Vienna. Le indagini con uno speciale georadar hanno permesso a un team di archeologi di individuare una struttura paragonabile alla palestra dei gladiatori che si trova nei pressi del Colosseo. L'arena in cui si allenavano i combattenti ha un diametro di 19 metri mentre l'intera area del complesso misura 11mila metri quadri, con 170 mq di edifici per gli alloggi. Nel periodo invernale i gladiatori potevano esercitarsi in una palestra riscaldata (erano preziosi: nessuno voleva che si ammalassero) di 100 mq, a cui era annesso un edificio di 300 mq per le strutture amministrative. L'eccezionale scoperta è stata effettuata grazie a strumenti che, senza scavare, hanno fornito dati estremamente precisi e hanno permesso agli studiosi di produrre una simulazione fedele di quanto è ancora sepolto sotto terra. In più con il computer è stato possibile realizzare immagini dettagliate dei luoghi e delle costruzioni come erano 1.800 anni fa. Il professor Wolfgang Neubauer, direttore dell'Istituto di Archeologia prospettica «Ludwig-Boltzmann», ha affermato con entusiasmo che si tratta di una scoperta «sensazionale». il complesso era in grado di accogliere dai 40 ai 60 gladiatori, che erano alloggiati in camere singole di 5 mq. Neubauer ha spiegato che i gladiatori avevano una «durata media di vita di quattro o cinque anni». Nelle vicinanze dell'arena è stato scoperto un cimitero destinato ad accogliere le vittime dei combattimenti. E l'archeologo austriaco Franz Humer ha definito «estremamente interessante il campo tombale nelle immediate vicinanze della scuola, separato dal normale cimitero. È senz'altro possibile che si tratti di un cimitero di gladiatori», ha proseguito lo studioso, secondo il quale a confermare questa ipotesi sono proprio le decorazioni tombali. I gladiatori erano schiavi, ma nell'epoca dell'antica Roma avevano una fama da star, amatissimi soprattutto dalle fan dell'arena. Sotto Traiano la città di Carnuntum divenne sede del governatore della provincia della Pannonia superiore. Per tre anni, dal 171 al 173 d.C., l'imperatore Marco Aurelio si stabilì nella metropoli, dove scrisse una parte dei suoi «Ricordi» e da dove partì per la guerra contro i Germani che abitavano a nord del Danubio. Ovviamente Carnuntum non è l'unico sito archeologico dove sono in uso queste nuove tecniche. Il mondo dovrà abituarsi a strepitose scoperte archeologiche. Tutte virtuali. A. A.