I politici? Sono sempre gli stessi
Torna «Ballarò», il programma di Giovanni Floris in onda da stasera su Raitre. Il conduttore ha le idee chiare: un augurio per nuovo programma di Santoro, network in via di definizione. Beato chi accoglie Ruffini («è un grande professionista») che da Raitre - dopo varie vicissitudini - emigra verso La7 dove diventerà direttore di rete. Con un «però»: la polemica sui soliti politici da salotto televisivo. Giovanni Floris si difende. «I politici che invito alla mia tribuna politica sono sempre gli stessi? È perché gli italiani li eleggono e perché sono pochi quelli che "bucano" lo schermo». E continua: «Se parliamo di economia prima di tutto proviamo ad invitare il ministro dell'Economia e poi il maggior esperto dell'opposizione». Una polemica «antica» di qualche settimana: gli fa eco Lerner da La7, che ha proposto una «moratoria contro gli incompetenti» esortando i colleghi a non invitare le solite facce sul piccolo schermo. Floris, mentre non risparmia i toni provocatori nel parlare di «Annozero» («Il giovedì sera sì che ci sarà il cataclisma») invita personalmente in studio il premier Berlusconi. O meglio rinnova l'invito, indirizzatogli a ogni fatidica telefonata in trasmissione. «Se vuole - ha commentato - Berlusconi può venire. Le telefonate non funzionano più anche perché quando telefona c'è sempre qualcuno che ascolta...». Senza dimenticare a casa l'ironia, Floris non è mai rimasto più di tanto meravigliato da queste chiamate improvvise a «Ballarò»: le ha definite in diretta «un grande classico» cercando di dare ascolto a parole «di protesta», (così le ha apostrofate nel novembre del 2010 Berlusconi). Il premier, in quell'occasione: «Il servizio sui rifiuti di Napoli che avete passato è assolutamente mistificatorio» per poi passare a un «Lei crede che la Rai sia sua, mentre è pagata da tutti gli italiani?», frase che è stata ripetuta più e più volte anche a Santoro. Un anno prima - il tema era il processo Mills - il premier elenca la lista delle falsità dette, a suo parere, dagli esponenti di Sinistra presenti in studio. Ed ecco la spiegazione - in quel caso realmente illuminante, inserita com'era in un caso dai contorni torbidi - del famoso video di Marrazzo finito alla Mondadori. Poco tempo dopo e in un'altra occasione l'equilibrato Floris - è gennaio di quest'anno - blocca la telefonata del premier precisando: l'abbiamo invitato per martedì prossimo. Fatto sta che la telefonata di Berlusconi a un conduttore come Floris è un evergreen e il pubblico che lo segue - parecchio soprattutto per quella rete, visto che lo share della trasmissione supera volentieri il 17% - ci è affezionato. Esattamente come è affezionato alle copertine di Crozza. Il comico ovviamente continua a far parte della squadra di Ballarò. Ascoltare un discorso tanto politico quanto satirico fa bene a chi lo subisce e a chi lo guarda. Il bello è che i telespettatori non assistono al solito spettacolo di satira ma vedono, e dal vivo, le reazioni dei politici. Crozza ha una «parola buona» per tutti: se c'è il presidente del Pd lui l'apostrofa come «Bindi-Bindi»; se c'è Bersani c'è da ridere, con la performance sul genere «ma che stiamo a rompere le nocciole a Cip e Ciop» e ancora «non stiamo mica qui a smacchiare il giaguaro». Certo, sarebbe un errore non notare le facce tese degli esponenti di Centrodestra e i conseguenti sorrisetti sarcastici. Immancabile, da «Ballarò» si aspettano sorprese. Berlusconi? Chissà, la sua presenza a «Ballarò» (tra le novità la sigla vista e rivisitata dal cantautore Mannarino) è davvero un punto interrogativo.