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«Taccuino di viaggio sempre con me Come faceva Alessandro Magno»

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Nonè mai capitato all'archeologo Valerio Massimo Manfredi, scrittore di romanzi di successo nella scuderia Mondadori. Eppure c'è stato un tempo in cui aveva preso a tenere un diario di bordo. Pure lui. Per emulare quel gran pezzo d'uomo che fu Alessandro Magno che per 13 anni ebbe un taccuino di viaggio «condiviso», visto che vi poteva scrivere l'intero staff. «Ho cominciato a viaggiare presto. Il primo anno di università sono partito in autostop, con un mio amico: 40 giorni in Grecia, arrivando a camminare a piedi anche 15 chilometri. Tenevo un taccuino dove, quotidianamente, appuntavo gli eventi – racconta Manfredi - con una scrittura ironica e un po' retrò. Dentro c'era narrato dallo spavento all'infrazione al codice. Come quella volta che fummo arrestati. Volevo vedere la cima della montagna Skaramangà, per avere lo stesso sguardo sul canale di Salamina che aveva avuto Serse, quando s'era fatto costruire un trono per assistere alla battaglia navale tra la sua flotta e quella federale comandata da Temistocle. Voleva vedere vincere i suoi che, invece, perdettero. Con un mio amico salimmo sulla montagna ignorando una serie di cartelli. Un po' perché corrosi dalla ruggine, un po' perché bucarellati dagli spari dei fucili. Il fatto è che lì c'era un poligono di tiro della marina militare greca. Per cui siamo stati rastrellati da un picchetto che ci ha portati davanti a un ufficiale: interrogati, capendo che eravamo solo dei ragazzi un po' vivaci, ci ha salutati. Assicurandosi però che prendessimo la via per Corinto. Facendoci caricare su un camion disposto a darci ospitalità, non prima di averci regalato una bottiglia di Metaxa, il brandy greco che ancora conservo a casa. Ma questo è solo un ricordo di viaggio, un'esperienza di vita da fare: assolutamente. Siamo nati selvaggi, come specie. È la civiltà che ci ha resi sedentari. Abbiamo il nomadismo come istinto: in fondo alla nostra natura, c'è il richiamo della foresta che non si è mai spento. Siamo come animali in cattività». Rob. Mar.

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