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300 all'ora sul computer

Giovani e videogames

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Amati da grandi e piccini, ma anche criticati e attaccati dai media. Fatto sta che i videogames giorno dopo giorno si sono evoluti trasformandosi da semplici passatempo a nuova frontiera dell'infotainment. Universi immaginari, mondi colorati e grafica dozzinale, col passare del tempo, sono stati sostituiti da location sempre più simili alla realtà, da grafica ad alta definizione spesso e volentieri arricchita anche da argomentazioni e luoghi storici ben documentati e realizzati su schermo. È noto come il gioco sia un mezzo di aggregazione e di complicità, di espressione e di liberazione, e oggi nell'era dei social network il videogame rappresenta uno strumento di comunicazione accessibile ad ogni età. Dal lontano 1962 quando il primo videogioco «Spacewar» vide la luce, l'intrattenimento elettronico ha fatto passi da gigante, e in maniera sfacciata è entrato prepotentemente nelle case prima come passatempo per i più piccini - impossibile in questo caso non citare i celeberrimi Mario Bros e di Nintendo e Sonic di Sega - fino ad arrivare ai giorni nostri dove la realtà è il metro d'ispirazsione delle grandi software house. Così ora nel ventunesimo secolo è possibile rivivere le grandi battaglie del passato attraverso gli occhi di un solodato, oppure viaggiare a 300 all'ora sul circuito di Nurburgring alla guida di una possente auto da formula uno riprodotta nei minimi dettagli oppure ballare davanti lo schermo mentre un rilevatore di movimento riprende i gesti dei giocatori calcolando addirittura le calorie bruciate. Non importa che si giochi su pc o su console, ormai i videogames sono diventati a tutti gli effetti un elemento centrale nella vita delle generazioni nate fra gli anni 70 e oggi. A confermare il grande successo ottenuto dall'universo dell'intrattenimento elettronico sono i risultati ottenuti sul mercato. Durante la crisi, infatti, quello dei videogames è sato uno dei pochissimi settori a non subire perdite. Anzi, in alcuni casi ha incrementato le vendite. Saghe pluriblasonate come quelle di Halo, Metal Gear, God of War, Assassin'sCreed, Call of Duty, Battlefield e Mario Bros ormai sono entrati nell'universo corrente della comunicazione giovanile affascinando giocatori di ogni età. Ma i videogames non sono semplicemente un fenomeno che mette tutti d'accordo. A volte la perfetta riproduzione della violenza esplicita, è stata al centro di diverse polemiche. Ultimo esempio, la decisione della Corte Suprema Usa che ha deciso di non vietare ai minori l'utilizzo dei videogiochi, dando ragione alle software house, con la sottolineatura che «Non si può vietare la libertà di espressione di nessuno. Nemmeno dei bambini». Una sentenza che può essere condivisa ma che può lasciare perplessi genitori e insegnanti che devono vigilare sul corretto sviluppo della mente e della psiche dei ragazzi. Soprattutto dei più piccoli. Che sono i più indifesi.

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