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L'approdo che lega migranti e italiani

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Italia-Francia,2011. CONCORSO. A Emanuele Crialese sono bastati due film, "Respiro" e "Nuovomondo", per proporsi fra gli autori più significativi del cinema italiano di oggi. Ce lo conferma ampiamente questo suo terzo film, "Terraferma", ambientato nella stessa isola di "Respiro", anche se, in questo caso, il desiderio dei suoi principali personaggi è di lasciarla per rifarsi una vita in terraferma, luogo mitico e ad un tempo reale, tramato di sogni ma anche di dati concreti. I personaggi più coinvolti in questo sogno sono due donne e un ragazzo. Una delle donne, Giulietta, è nata lì ed ha perso il marito in mare. L'altra donna, Sara, è un'immigrata africana sbarcata con un figlio (e mettendone al mondo un altro) da uno dei tanti barconi che approdano spesso sulle nostre spiagge, desiderando adesso di raggiungere il marito già in Italia. Ci riuscirà però, dato che è una clandestina, solo se l'aiutano Giulietta e suo figlio Filippo, entrambi all'inizio pronti ad avversarla. Presto convinti e solidali, comunque, tanto che il ragazzo correrà seri pericoli per portarla in salvo. Vinto dall'altruismo se non addirittura dalla pietà. Senza retorica, però, perché Crialese anche quando si affida ai sentimenti, e con immagini spesso poetiche, coltiva sempre modi asciutti, in ogni personaggio studia la persona, vi coglie quasi con rigore i tratti salienti e vi intreccia attorno situazioni e gesti attentamente affidati a cifre di riserbo, secondo ritmi narrativi che tendono a filare via senza note scabre (anche quando lo scabro si affaccia in questo o quell'evento non proprio di contorno, come l'arrivo disperato degli immigrati o la severità dei militari incaricati di applicare leggi dure e poco umane anche contro chi ne pagherebbe prezzi ingiusti). Un film prezioso. Per i suoi climi, ma soprattutto per gli accenti tra favola e cronaca con cui impidamente si affrontano e per un senso del cinema - studiato, meditato - che si realizza sempre all'insegna dello stile. Lo completa un'interpretazione felice, da Donatella Finocchiaro (Giulietta) a Filippo Pucillo (Filippo), già incontrato quest'ultimo in occasione di "Respiro". Un duetto che lascia il segno. Specie si vi si aggiunge l'altra donna, Timnit T., l'immigrata, un viso dolce da Madonna nera.

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