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L'intervista a Heidegger

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169)è il testo di un colloquio svoltosi nel 1966 tra il grande filosofo tedesco Martin Heidegger e due inviati del settimanale "Der Spiegel", in cui Heidegger risponde alle accuse che gli sono state rivolte di collusione con il nazismo. Il volume è completato da un saggio sul suo pensiero politico. è un contributo al chiarimento del «caso Heidegger», ma anche il prezioso documento di un pensiero che - venerato o detestato che sia - domina la filosofia europea del Novecento. La sola interferenza tra la biografia di Heidegger e gli eventi storici del nostro secono fu il Rettorato dell'Università di Friburgo, che il filosofo accettò nel 1933 dietro pressante invito dei colleghi, in un momento drammatico per l'Università e per il Paese. Secondo le volontà del filosofo, questo testo, in cui risponde alle accuse che gli sono state rivolte, non doveva essere pubblicato se non dopo la sua morte. Grazie ad esso, come scrive Alfredo Marini nella sua introduzione, «chi si accontenta di dire che Heidegger è stato "nazista" può (gli è permesso) farlo; chi però vuol saperne di più (ha la possibilità di) andare oltre senza che, per l'intenzione o la semplice presunzione di volerlo o poterlo fare, debba sentirsi trasformato a sua volta in "difensore del nazismo"».

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