Una commedia sugli immigrati
CONTROCAMPO. Una commedia all'italiana sugli immigrati e sui modi spesso incivili con cui, specialmente nel nostro Nord Est, vengono trattati da quelli cui pure sono non solo utili ma indispensabili. Ce la racconta, rifacendosi molto liberamente a un libro di Sergio Arau e Yareli Arizmendi, "A day without a mexican", Francesco Patierno arrivato qui al suo terzo film. Il primo, "Paterfamilias", aveva avuto subito successo per i suoi toni crudi ma espressi sempre con misura con cui affrontava un dramma famigliare nell'entroterra napoletano in cifre di saldissimo realismo. Meno fortunato il secondo, "Il mattino ha l'oro in bocca", pur accolto anche quello a un festival internazionale, costruito, ma senza molto estro, sulle vicissitudini forse troppo complicate di un fiorentino a Milano travolto dal demone del gioco. Oggi niente drammi, con tutti gli accenti appunto sulla commedia. Vizi e virtù, ma soprattutto vizi, messi ancora una volta alla berlina. Nel Nord est, s'è detto, dove un piccolo industriale passa il tempo a coprire d'improperi i suoi operai in quanto tutti extracomunitari, fino al giorno in cui, passando proprio la misura, se li vede misteriosamente sparire lasciando non solo la sua piccola industria, ma tutti quanti, nella cittadina, si valevano del loro contributo, sia che fossero meccanici, insegnanti, operai o badanti soprattutto di anziani. Conseguenza, un disastro irreparabile. Allo spettatore di ricavarne la morale. Patierno la lascia in sospeso, ma il quadro che ne trae è già di per sé probante, specie perché nel personaggio alla Sordi dell'industriale si impone Diego Abatantuono come campione il più evidente del politicamente scorretto. Gli danno la replica con efficacia Valerio Mastandrea, un poliziotto di origini romane (ma non romanesche) e Valentina Lodovini, una ragazza che invece, per conto proprio, con gli extracomunitari era arrivata a stringere legami fin troppo stretti.