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Un festival da star

Vittoria Puccini, madrina del Festival del Cinema di Venezia

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Si alza stasera il sipario sulla 68esima Mostra del Cinema di Venezia con un'edizione davvero ricca per qualità e quantità di star ed eventi. Soddisfatto il direttore Marco Müller che, con questa edizione, segna la fine del suo mandato e nessuno (finora) può criticarlo per non aver portato sul Lido il top del cinema. Così Müller si gioca il suo jolly con un'uscita impeccabile che potrebbe condurlo a un prossimo rinnovo quadriennale e allora, sì, che batterebbe i record: unico direttore artistico a Venezia già con otto anni all'attivo, seguito solo da Luigi Chiarini con sei anni. Gli italiani presentato la loro bella pattuglia, a cominciare da «Terraferma» di Emanuele Crialese; per passare a Cristina Comencini con «Quando la notte» e a Gian Alfonso Pacinotti (detto Gipi) con «L'ultimo terrestre». Ma gli hollywoodiani non stanno certo a guardare e si parte subito stasera con la pellicola d'aperura di George Clooney, «Le Idi di Marzo», storia sul potere corrotto e corrompente della politica e soprattutto sulle macchine mediatiche del fango, perfette per screditare e impaurire gli avversari. Nel cast, oltre a Clooney, Ryan Gosling, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei e Evan Rachel Wood. E in un'edizione stracolma di star, ecco che sbarca in laguna uno dei film più attesi, quello della popstar Madonna, regista del suo secondo film, «W.E.», girato tra Costa Azzurra, Parigi, Londra e New York, per rievocare l'amore tra Edoardo VIII e l'ereditiera americana divorziata Wallis Simpson per la quale abdicò al trono. Gli americani impazzano ancora con altre tre opere che sembrano imperdibili. «Contagion» di Steven Soderbergh dirige un team memorabile con Jude Law, Matt Damon, Marion Cotillard, Kate Winslet, Gwyneth Paltrow e Laurence Fishburne, per mettere in scena la malattia mortale che divora il mondo nel giorno della festa del ringraziamento. «A Dangerous method» di David Cronenberg racconta invece il turbolento rapporto tra il giovane psichiatra Carl Gustav Jung (Fassbender), il suo mentore Sigmund Freud (Mortensen) e Sabina Spielrein (Knightley), giovane donna che si frappone tra loro con le sue idee e la sua bellezza: nel cast anche Vincent Cassel nei panni dell'ingombrante figura di Otto Gross, teorico del nichilismo assoluto. Mentre la bella signora Cassel, la divina Monica Bellucci, è attesa in «Un été brulant» di Garrel. Altro supercast con ben tre premi Oscar per «Carnage» di Roman Polanski con Kate Winslet, John C. Reilly, Jodie Foster e Christoph Waltz: tratto dall'omonima piece teatrale di Yasmina Reza, il film mette in scena due coppie di genitori che si incontrano dopo che i rispettivi figli se le sono date a più non posso, ma invece di riappacificarsi scatenano una tragedia. Chernobyl, le missioni di pace, il terrorismo interno, la crisi economica, l'immigrazione, raccontati con lo sguardo puntato sulla famiglia, sono invece fra i temi dei film scelti per la 26esima Settimana della critica (Sic), la sezione collaterale del festival lagunare del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici italiani (Sncci), presieduto da Bruno Torri. Due gli italiani: «La-Bas» di Guido Lombardi (in concorso) storia nera di camorra e immigrazione e in chiusura, fuori concorso, la commedia ironica «Missione di Pace» di Francesco Lagi, con Silvio Orlando, Filippo Timi e Alba Rohrwacher. Un po' di Italia anche nel thriller argentino «El Campo» di Hernan Belon (in gara), su una famiglia che nella campagna argentina affronta oscure minacce, coprodotto da Cinecittà Luce che lo distribuirà anche in sala. I sette film in competizione, più i due fuori concorso, sono tutte opere prime, in prima mondiale. Protagonista di «La-Bas» è la comunità di africani che vive sul litorale campano, per una storia ispirata agli avvenimenti di qualche anno fa, quando alcuni extracomunitari furono uccisi da una spedizione punitiva del Clan dei Casalesi.

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