Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

È stata Katy Perry a vincere il «Man on the moon» per il miglior video dell'anno agli MTV Video Music Awards, che si sono svolti ieri sera allo Staples Center di Los Angeles.

default_image

  • a
  • a
  • a

Ilmiglior video maschile è, per il pubblico di MTV, quello di Justin Bieber per la canzone «U Smile», mentre il miglior video femminile è quello di Lady Gaga per «Born this way». «Lady Gaga non è qui per ritirare il premio», ha annunciato la stessa musicista, vestita e pettinata come il suo alterego maschile Joe Calderon. La funambolica artista infatti, questa volta non ha stupito il pubblico con uno dei suoi particolarissimi outfit, ma ha aperto la serata, e ha presenziato tutta la cerimonia, con abiti e atteggiamenti maschili. È stata proprio Lady Gaga a vincere il primo premio della serata, annunciato ancora prima dell'inizio della cerimonia, quando le star sfilavano ancora sul tappeto rosso. Gaga ha vinto infatti per il miglior «video con un massaggio», sempre per «Born this way». Poco dopo Britney Spears ha vinto per il miglior video pop con «Till the World Ends»; i Foo Fighters, con «Walk» hanno ottenuto l'astronauta per il miglior video rock; Nicki Minaj con «Super Bass» ha ottenuto il premio al miglior video hip hop; Tyler, The Creator con «Yonkers» ha vinto come miglior nuovo artista e Katy Perry ha portato a casa la sua seconda statuetta per la collaborazione artistica con Kanye West per «E.T.». Solo Katy Perry e Lady Gaga hanno dunque portato a casa più di un premio, in una serata in cui ringraziamenti sono stati rivolti perlopiù a Dio. Praticamente nessuno degli artisti saliti sul palco si è scordato di rendere omaggio alla religione e solo Bieber è riuscito ad andare addirittura oltre, ringraziando «Non solo Dio ma anche Gesù, perché senza di loro non sarei qui». Infine, è stato reso un omaggio alla cantante Amy Winehouse. Russel Brand, marito di Katy Perry e inglese come l'artista scomparsa, ha raccontato del suo talento e della sua malattia, «desease», ricordando quelli «che non hanno lo stesso talento ma soffrono della sua identica malattia, da cui si può uscire».

Dai blog