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Il mito del «grande Torino»

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Conle sue vittorie quella squadra incarnava il desiderio di riscatto di tutto un popolo. Una vittoria internazionale del Torino era la vittoria di tutti, dava a ciascuno la possibilità di sentirsi un grande italiano. Quella squadra restituì a una intera generazione la possibilità di sognare e diventò uno dei miti dell'epoca. Nella fiction Angelo (Ciro Esposito) è un adolescente del sud Italia che vuole diventare un campione di calcio. Angelo, con la sua famiglia, si trasferisce dal sud a Torino, studia e lavora per aiutare la famiglia. Gioca nella squadretta del liceo ed è tifoso del Torino, la squadra più forte. Il suo sogno è entrare nella formazione giovanile del Torino. Angelo fa di tutto e riesce ad ottenere un provino da capitan Mazzola (Fiorello). Non va male «poca tecnica, ma molto talento» è il giudizio che ne riceve. Per Angelo comincia una nuova vita. Per mantenersi ed essere autonomo, trova vari lavori come fattorino, operaio, commesso. Fa spesso il turno di notte per non perdere gli allenamenti e, nonostante la fatica, non manca una volta in campo e neanche a scuola. Comincia a conoscere bene i suoi miti, con qualcuno stringe un rapporto di amicizia. Conosce Susanna, la figlia del direttore tecnico del Torino, Erbstein. Nasce una storia d'amore, quello della sua vita. ll Torino si avvia a vincere il suo sesto scudetto consecutivo. Mancano solo quattro partite alla fine del campionato. C'è da giocare una amichevole con il Benfica da disputarsi a Lisbona. Valentino Mazzola insiste per andarla a giocare a tutti i costi, il presidente Novo (Remo Girone) non è d'accordo. Ma è una promessa fatta da Mazzola al suo amico Ferreira, capitano del Benfica che smette di giocare. Il destino si compie. Al ritorno da Lisbona l'aereo che riporta la squadra si schianta contro la collina di Superga, ai piedi della basilica. Sembrano scomparire speranze, affetti, amicizie. È lutto nazionale. Poi, nelle quattro partite finali i ragazzi del Toro conquistano quattro vittorie e Angelo, con la maglia numero 10 di Valentino Mazzola, nel suo stadio, il Filadelfia, realizza il suo sogno.

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