di MAURIZIO GALLO Siamo ossessionati dal corpo, dalla bellezza, dall'estetica.
«Nonè un bello spettacolo», sentiamo dire quando si parla dell'amore fra due persone mature. Ma chi ha detto che deve essere uno spettacolo? E se lo deve essere, comunque, non è uno show rigorosamente riservato all'intimità della coppia? Il problema è che la durata della vita si è allungata (di trent'anni rispetto ai primi del '900), invecchiamo più lentamente e oggi «i gerontologi pongono i novant'anni come data indicativa per le ultime erezioni maschili, ma non considerano tale limite come assoluto e definitivo», spiega Emma Chiaia nel suo «Amore e sessualità dopo i 50 anni...e se fosse meglio ora?» (Ed. Red; pag. 142; euro 10). Se il criterio è estetico, allora l'amore dovrebbe essere negato non solo «a chi è nella seconda metà della vita, ma anche ai giovani non splendidi. Dovrebbe essere negato ai malati. Dovrebbe essere negato agli ineleganti». Per fortuna, così non è. E «la vita non riserva tutte le sue occasioni di tenerezza e di eros alle persone esteticamente attraenti», scrive Chiaia. Non solo. Con mezzo secolo di esperienza alle spalle, se l'esistenza non ci ha piegato, se riusciamo ancora a sognare e a fare progetti, se siamo capaci di restituire un sorriso, il sesso può diventare più bello, più profondo, più completo e gratificante. «Alcune donne che prima non riuscivano a raggiungere il culmine del piacere, sperimentano l'esperienza tanto cercata proprio in questa fase», anche perché «da sempre, tradizionalmente, le donne hanno attribuito rande importanza ai preliminari, ai gesti d'affetto, alla durata del rapporto». E ora possono ottenere quello che desiderano. Da un lato, infatti, «l'erotismo si raffina col tempo» ed è una questione di «esperienza e di capacità di trasmettere emozioni attravero il contatto». Dall'altro, con il passare degli anni un uomo impiega più tempo per raggiungere l'orgasmo». L'esigenza primaria femminile, quindi, e la biologia maschile congiurano al raggiungimento di questo nuovo livello erotico. Certo, tutto ciò implica un cambiamento, anche culturale. L'uomo deve modificare la sua idea di virilità. «Tutta la sessualità maschile si gioca su questa sfida», osserva l'autrice, giornalista specializzata in psicologia e salute. Velocità erettile, potenza eiaculatoria e frequenza delle «prestazioni» sono le pietre angolari della cultura sessuale maschile. «Chi resta ancorato ad essi, chi li considera irrinunciabili, più difficilmente vivrà una felice "anzianità" sessuale», spiega ancora Emma Chiaia. Invece, l'uomo spesso reagisce al declino anagrafico cercando una partner più giovane. Nulla di male, se non ci si allontana dalla compagna coetanea solo «in cerca del forte stimolo della giovinezza». In tal caso, il risultato può essere addirittura controproducente. Gli uomini diventano ossessionati dal bisogno di dimostrare di essere all'altezza dei rivali più giovani e «l'ansia di dimostrazione ha un effetto sull'erotismo ben più devastante del progredire dell'età...». Inutile ribadire che la salute fisica è fondamentale. Ma lo è anche quella psichica. «L'amore, si sa, è uno stato di apertura mentale e di scambio - avverte Chiaia - È difficile amare se si è imprigionati in una corazza di paure, o avvolti in una nuvola di tristezza. E se l'anima non riesce ad amare, difficilmente ne sarà capace il corpo...». Il libro di Emma Chiaia affronta, infine, una serie di tematiche legate al sesso. Dalla pillola dell'amore (consigli utili sull'uso e l'abuso del Viagra), ai problemi di salute (diabete, cardiopatie, cistiti, prostatiti, ecc), dall'effetto di farmaci, alcol, droghe, ai cosiddetti afrodisiaci. Per arrivare a una conclusione pregna di buon senso: «Il fascino non ha età. Chi lo ha, lo conserva anche a ottant'anni. È una questione di intelligenza, di sensibilità, di capacità d'attrazione e non solo di bellezza e di carica erotica. Si può sempre sedurre. Ed essere sedotti».