Il soldato che odiava Washington e fece tremare l'America
Nessunolassù crede che l'iniezione al cianuro lo abbia ucciso. I patrioti credono che Timothy Mcveigh sia stato semplicemente addormentato con una dose massiccia di pentotal e fatto fuggire con una nuova identità. Timothy McVeigh, l'americano che ha fatto tremare l'America prima di Bin Laden. Il wasp che si batteva per la razza bianca americana, alquanto meticcia. Ex militare, legato alle militie, un forte odio verso lo Stato federale e i democratici: faceva parte dell'Esercito repubblicano ariano, ARA. È l'uomo della bomba a Federal Building di Oklahoma City nell'aprile del 1995. La sentenza fu eseguita l'11 giugno 2001: tre mesi prima dell'11 settembre. Un terrorista americano. Il suo attentato nel centro di Oklahoma uccise 168 persone e tra queste 19 bambini Una strana storia quella di Timothy McVeigh che si intreccia in quegli anni novanta con altre figure ambigue nello scenario mondiale. Timothy, Tim per la famiglia e gli amici, nasce in una normale famiglia americana di origini irlandesi, cattolica. Il padre è un operaio della General Motors e dopo il divorzio dalla moglie, Tim andrà a vivere con lui a Pendleton nello Stato di New York. Timothy è un giovane ben educato, studia e si interessa di letteratura. Rimane affascinato dalle poesie e di una in particolare che in qualche modo segna la sua vita. Sono i versi di William Ernst Henley, un poeta vissuto nella seconda metà dell'Ottocento, che gli trasmettono l'idea dell'eroe tragico che sacrifica la sua vita per la causa. A scuola diventa esperto di computer. La passione per le armi gli è trasmessa dal padre, giovanissimo: a 13 anni ha il suo primo fucile. Nato nel 1961, nel 1988 si arruola nell'Esercito degli Stati Uniti, diventa sergente e fa in tempo a partecipare nel 1991 alla Guerra del Golfo: quella dichiarata da Bush padre contro Saddam come conseguenza dell'occupazione del Kuwait. È un soldato nato. Si riempie di elogi e medaglie, ma laggiù nel deserto iracheno inizia il suo percorso politico che lo porterà a contrapporsi allo Stato centrale e a trasformarlo in un terrorista. Durante la campagna irachena del '91 si rende conto che la situazione è diversa da quella che viene raccontata in America. «Gli iracheni sono persone normali. Ci raccontavano un sacco di bugie perché li uccidessimo. Ci dicevano che dovevamo difendere il Kuwait, dove gli abitanti erano stati violentati e massacrati. La guerra mi ha aperto gli occhi. Il governo ha detto che l'Iraq non ha il diritto di tenere riserve di armi chimiche o biologiche, fondamentalmente perché le hanno adoperate in passato. Bene, se questo è lo standard in materia, allora gli Stati Uniti sono la nazione che ha stabilito il precedente. Gli Usa hanno accumulato le stesse armi per più di quarant'anni. Gli Usa sostengono che tutto ciò sia stato fatto in funzione di deterrente durante la guerra fredda contro l'Unione Sovietica. Perché allora l'Iraq non dovrebbe invocare la stessa motivazione riguardo alla guerra contro il vicino Iran e alle continue minacce che gli provengono?» Interrogativi che porteranno Timothy a approfondire i sentimenti anti governativi. Al ritorno in patria McVeigh si avvicina al mondo dell'estrema destra anti semita, razzista e soprattutto contraria a Washington e a tutto quello che rappresenta. Spotlight, Patriot Report, Christian identity sono le riviste sulle quali si forma Timothy McVeigh dopo il congedo. Tim però condivide la lotta al sistema centrale: il razzismo resta marginale nella sua ideologia. Cresce però il sentimento antigovernativo. Sentimento che in quegli anni, è l'era Clinton, trovano molti adepti. Al centro di molti conflitti è la legge sulle armi. Seguono arresti e controlli che molti di quelli che si definiscono patrioti ritengono vere persecuzioni. Il salto di qualità nella lotta contro il governo di Washington arriva nel 1993. La miccia che farà deflagare tutto è l'assedio di Waco e il massacro che ne seguì a opera delle Agenzie federali, Atf in testa, ma anche Fbi e Dea. A Waco si era insediata una comunità pseudo religiosa, i davidiani, che vivono ignorando qualsiasi legge federale. McVeigh sta dalla parte dei contestatori. In febbraio l'Atf, l'agenzia federale che indaga su armi, tabacco e alcol decide di prendere di mira la setta dei davidiani della quale David Koresh è il capo. Inizia un lungo assedio al ranch della setta: furono messi in campo carri armati e Delta Force. L'assedio durò 50 giorni, alla fine Waco bruciava e si contarono sei vittime tra gli assediati e quattro agenti federali. Nella comune di Koresh furono ritrovate 305 armi automatiche appartenenti alla setta, tra cui AK47 e AR15 modificati. McVeigh assistette in diretta all'azione: come tanti altri «veri americani» era andato a Waco. Dopo l'Iraq questa era la seconda volta che Timothy si rendeva conto che quello che raccontava il governo non corrispondeva alla verità. Quella volta McVeigh fu intercettato dall'Fbi che lo inserì in una speciale lista di «simpatizzanti anti governativi». Episodi simili si susseguono in tutti gli Stati Uniti. Fbi e Atf fanno irruzione in roulotte e case isolate dove vivono esaltati che predicano la fine del mondo, esaltano sentimenti razzisti e naturalmente sono antigovernativi. Tim divora gli articoli che parlano di questi episodi e alimenta il suo odio verso il governo degli Stati Uniti. Inizia a frequentare altri che hanno le sue stesse convinzioni. Nasce così il progetto di far saltare l'«Afred P. Murray building», l'edificio federale di Oklahoma City. A due anni esatti dalla strage di Waco, McVeigh decide di colpire. «Un'azione di rappresaglia» l'ha definita il terrorista americano. Il 19 aprile 1995, Tim riempie un camion Ryder noleggiato con 2.300 chili di esplosivo fatto in casa con del fertilizzante utilizzato nell'agricoltura e del nitrometano, un combustibile facilmente infiammabile. Nell'attentato muoiono 168 persone e se ne feriscono oltre 800. Timothy così aveva deciso di vendicare tutti gli americani perseguitati dal governo di Washington. «Spiego qui perché ho fatto saltare in aria il Murrah Federal Building di Oklahoma. L'attentato era da intendersi anche come un attacco preventivo contro quelle forze militari e i loro centri di comando e controllo all'interno degli edifici federali. Quando una forza nemica lancia continui attacchi da una specifica base operativa, è una buona strategia militare portare la battaglia in campo nemico. Ho deciso di mandare un messaggio a un governo che sta diventando sempre più ostile. Far saltare in aria il Murrah Federal Building era moralmente e strategicamente equivalente alle azioni militari degli Stati Uniti contro edifici del governo in Serbia, in Iraq o altre nazioni. Basandomi sull'osservazione della politica del mio stesso governo, ho considerato la mia azione come una scelta accettabile». Un proclama che è il manifesto della sua battaglia. McVeigh viene arrestato poco dopo l'esplosione tradito dalla sua auto senza targa. A casa trovano un fucile e così McVeigh finisce nelle indagini per l'attentato. L'Fbi lo accusa formalmente dell'azione terroristica e accusa anche il suo ex compagno d'armi Terry Nicols e il fratello James. È dopo la condanna a morte di McVeigh che emergono le molte stranezze. Legato a Timothy McVeigh si scopre ci fosse anche un certo Richard Gutrie, ex commando dei Navy Seals (quelli che hanno preso e ucciso Osama Bin Laden), coinvolto in una serie di sanguinose rapine nell'Ohio e vicino ai gruppi razzisti della Supremazia della razza bianca. Arrestato, non arriverà mai a processo: fu trovato impiccato nella cella nell'ufficio dello sceriffo. L'uomo chiave dell'attentato a Oklahoma City è però Terry Nicols. E qui il primo attentato americano si intreccia con il terrorismo islamico. Nicols, conosciuto come «The farmer», era sposato con una ragazza filippina. Durante un viaggio a Mindanao, Nicols ebbe un incontro con Edwin Angels legato a Ramzi Yousef, l'uomo che nel febbraio 1993 compì il primo attentato al World Trade Center. Al meeting c'erano anche Hakim Murad e Wali Khan Amin Saleh: entrambi coinvolti nel tentativo di uccidere Giovanni Paolo II nelle Filippine. Il tema dell'incontro, secondo le rivelazioni di Angels all'avvocato di Nicols era quello di compiere attentati negli Stati Uniti. Nicols aveva avuto contatti con emissari iracheni ed esponenti algerini del Gia addestrati in Afghanistan. In tutto questo McVeigh sembra essere stato solo l'idealista che ha compiuto il gesto. L'ombra di Saddam è stata più volte evocata da ambienti ultraconservatori americani. Pochi mesi fa a Boston è stato arrestato Hussain Hashem al Hussaini. Questi nel 1995 fu identificato come Joe Doe che nei giorni precedenti l'attentato di Oklahoma City era in compagnia di McVeigh. Timothy McVeigh semplice esecutore di una strategia antiamericana. Lo strumento di un attacco all'America che lui riteneva tradita dal governo. L'11 giugno 2001, dopo aver mangiato un chilo di gelato alla menta con scaglie di cioccolato, Timothy McVeigh è andato verso la morte. Un'iniezione letale nel carcere di Terre Haute. Il suo ultimo messaggio non poteva non affidarlo che a un verso di William Henley, il poeta che lo aveva sempre ispirato: «Sono il padrone del mio destino, il capitano della mia anima». domani «Mughiyah il capo Hezbollah»