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di ANTONIO ANGELI E no, «Le avventure di Pinocchio.

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QuelPinocchio con il torsolo di mela, la balena e la fatina non vivono in qualcosa come le favole di Esopo, Fedro e La Fontaine, che pure sono piene di profonda e popolarissima saggezza. Collodi, in un modo o nell'altro, col suo burattino, si è infilato con discrezione tra Platone e Apuleio, tra Kant e Hegel. «Il legno in cui è intagliato Pinocchio è l'Umanità», affermava infatti Benedetto Croce. Collodi è un filosofo e quella di Pinocchio è la parabola dell'uomo moderno che si ritrova a fare i conti con le nuove regole dell'esistenza. Bene si inserisce la storia lieve e profonda del burattino nel grande affresco culturale di «Cortina InConTra». Una manifestazione lunga e complessa che, con una serie di dibattiti di altissimo livello, si è presa l'impegno, quest'anno, di spiegarci l'Italia come ingranaggio sociale ed economico di un grande meccanismo mondiale. Ieri sera era in programma l'incontro «Libertà e disunità», cui hanno preso parte Sergio Romano e Stefano Rodotà. L'editorialista del Corriere della Sera ha voluto fare il punto sulle crisi finanziaria: «La responsabilità di questa crisi è una combinazione di mali nostri ed altrui. Questo non è un problema solo italiano, se fossi inglese sarei arrabbiato con Cameron, da francese con Sarkozy da tedesco con Angela Merkel. Non ci sono governi innocenti. All'origine di questi mali c'è però una gestione americana della crisi doppiamente responsabile di quello che sta accadendo». Insomma alla fine è tutta colpa degli affaristi di Wall Street. E forse Romano ha ragione. L'altro giorno era di scena invece Antonio Catricalà, presidente dell'Antitrust che, nel corso del dibattito: «Liberiamo l'economia», ha detto: «La nostra burocrazia è ancora un freno stringente. Per mettere su una società a responsabilità limitata negli Usa bastano 50 dollari e in Gran Bretagna 25 sterline. In Italia servono 10 mila euro di capitale sociale. Se 3 giovani vogliono fare un'azienda innovativa su Internet o una società di software, devono avere almeno 20 mila euro da investire. Andrebbe cambiata questa legge, che sarebbe anche semplice da cambiare: così si libererebbe un settore». E poi sul tavolo dei dibattiti di Cortina InConTra finirà il Mezzogiorno (con il ministro Fitto, domani con l'incontro «Il Sud va piano? Avanti con il piano per il Sud»). Si è parlato anche di banche (il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari ha ricordato a tutti gli italiani che «siamo uno dei pochissimi Paesi in cui ai contribuenti le banche non sono costate una lira perché non hanno avuto bisogno di aiuti di Stato»). E poi ci sarà la meravigliosa musica di Bach (con il suo più grande interprete, il pianista iraniano Ramin Bahrami, domenica 14). Insomma a Cortina InConTra c'è la cultura del mondo e l'Italia specchio della cultura. È perfetto in questo panorama l'appuntamento in programma domani con «Pinocchio, o l'elogio della bugia», ore 21,30 all'Audi Palace. Piero Dorfles, giornalista e scrittore, accompagnato dalle note dell'organettista Clara Graziano, leggerà e commenterà il Pinocchio di Collodi dimostrando che il cammino del burattino ci aiuta a capire il senso e le dinamiche della vita, sempre in bilico tra bugie e verità. Pinocchio diventa insomma la parabola dell'uomo che si trova ad affrontare sfide impossibili ma che, forse con qualche bugia, riesce a rendere possibili. Pinocchio tra Lucignolo e Mangiafuoco è stato un po' come l'uomo italiano tra il fascismo e il Dopoguerra: tra l'illusione di chi ci ammaliava e ci portava solo guai e la raltà di dover affrontare un lavoro duro, ma che era l'unica soluzione per uscire dal tunnel. E così ci accompagna ancora oggi, tra crisi economiche e sfide globali, quel caro Pinocchio che, camuffato da favoletta per bambini, è il cuore della filosofia degli italiani.

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