«Elogio dell'odio» è il «romanzo censurato in Siria», come urla la fascetta del volume uscito da Bompiani ora che il Paese di al-Assad si riconferma «canaglia».
Appuntocome questo libro che racconta la storia di una famiglia che profuma d'Oriente, radicata nelle tradizioni, nella fede, nel fascino di una terra tra Mediterraneo il deserto, popolata di cristiani e musulmani. E da ebrei, in quelle Alture del Golan una volta entro i suoi confini. E però questa fiorente famiglia di Aleppo, col capostipite mercante di tappeti, con la dimora patriarcale illuminata dal giardino interno, si sfilaccia nel terrore del 1980, quando il regime di Hafez al-Assad fa carneficina dei dissidenti. Lo contesta anche la più giovane della famiglia, dopo un'adolescenza dimidiata dal plagio del bigottismo islamico. Attorno, personaggi di un caleidoscopio che squarcia le realtà di ieri e di oggi. E che ci aiutano, pur con qualche prolissità dell'impianto, a capire.