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Il vento nuovo. Nesi guida la cinquina. Castellina la chiude

Nesi - Castellina

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In fondo il primo e l'ultimo classificato nella cinquina dello Strega sono le due facce della stessa medaglia. Edoardo Nesi e Luciana Castellina raccontano storie "politiche". Il primo ha avuto 60 voti per "Storie della mia gente", pubblicato da Bompiani (gruppo Rcs). Vi disegna il ritratto di un imprenditore di Prato, nato ricco e un po' viziato, che deve fronteggiare la crisi della sua azienda, azzannata dalla globalizzazione. Si troverà (e sono tra le più suggestive pagine del romanzo) fianco a fianco con operai e immigrati cinesi in un corteo che si snoda in tutta la città della stoffa. Insomma, l'industriale e i nuovi schiavi del lavoro (la storia è stata presentata da Sandro Veronesi e da Antonio Pennacchi, l'ex operaio che l'altr'anno ha vinto lo Strega e che perciò ieri presiedeva il seggio col solito cappelletto d'antan). Castellina, data per superfavorita e invece entrata con soli 45 voti (dopo tre ex aequo) ne "La scoperta del mondo", presentato da Rosetta Loy e Antonio Debenedetti, narra una vicenda autobiografica, tratta dal diario tenuto tra i 14 e i 18 anni. C'è la sua iniziazione ideologica, c'è la crescita e la presa di coscienza di quella che diventerà militante e parlamentare comunista. Contenta Ginevra Bompiani, fondatrice di Nottetempo, la casa indipendente che pubblica la Castellina. In cinquina con 49 voti anche Mario Desiati, edito da Mondadori. Il suo "Ternitti" (come i pugliesi protagonisti della storia storpiano la parola Eternit) parla ancora di emigranti, stavolta dal sud al nord d'Italia, sfruttati e alienati. Una storia che piace a Paolo Di Stefano e ad Alberto Asor Rosa, l'italianista di "Scrittori e Popolo", il prof che ha auspicato sul " Manifesto" il colpo di Stato contro il potere firmato Berlusconi. Ma a chi voglia disquisire sul fatto che comunque la casa di Segrate, vincitrice negli ultimi quattro anni, va in finale allo Strega, si può rispondere con la strana combinazione rappresentata da Desiati e da Nesi. Il primo è anche il direttore editoriale di Fandango, il secondo è tra i fondadori della stessa casa editrice, che ha il patron in Domenico Procacci. Gli altri due finalisti, che come Desiati hanno ottenuto 49 voti, sono Mariapia Veladiano e Bruno Arpaia. Lei è partita già con due voti collettivi a favore, quelli dei gruppi di lettori della Fondazione Bellonci e degli studenti liceali. Il suo "La vita accanto", pubblicato da Einaudi, mette al centro una ragazza brutta ma con un grande dono, le mani, che usa per suonare il pianoforte. La sapiente levità della favola ha affascinato i giovani che l'hanno votata. Insieme ai due presentatori, Elisabetta Rasy e Cesare Segre. Infine Bruno Arpaia, autore per Guanda di "L'energia del vuoto", strano romanzo che procede come un giallo e invece scava negli interrogativi dell'esistenza. Il primo degli esclusi, con 37 voti, è Fabio Geda, autore di "Nel mare ci sono i coccodrilli" (Baldini e Castoldi). Ora altri spunti polemici accompagneranno le tre settimane che mancano alla proclamazione del vincitore. Obiezioni per la verità avanzate nei giorni scorsi, quando è stata più pressante la richiesta di cambiamento del meccanismo di votazione. Luciana Castellina è tra i 400 Amici della Domenica, i giurati dello Strega. A meno che non sia una santa, voterà per se stessa. E siccome nelle ultime due edizioni lo Strega è stato aggiudicato con un solo voto di scarto tra il primo e il secondo, la scheda del diretto interessato si rivela un atout pesantissimo. Nella stessa condizione si trova anche un altro dei finalisti, Bruno Arpaia. Ma insomma, serve o no mettere mano all'urna del Premio? Walter Pedullà - decano degli italianisti e uno dei 400 Amici che non ha mai rinunciato al tramonto sulla terrazza ai Parioli dove si consuma il rito della cinquina - osserva che "il punto non è l'autovoto da vietare a un candidato". "C'è ormai la consapevolezza da parte di tutti che qualcosa vada modificato - dice pesando le parole - perché il gioco non funziona. Gli italiani che comprano libri devono essere sicuri di una cosa: chi vince è il migliore tra i candidati al Premio. Una garanzia che va loro data, altrimenti lo Strega perde di credibilità". Già, il libro migliore dell'annata. Ormai non è più un capolavoro. "Non riesco a stabilire se c'è una flessione culturale tale, in termini di qualità - osa Pedullà - Ma, è in questo sono d'accordo con De Mauro, lo Strega non ha il compito di cercare capolavori. Può poi capitare che il migliore (che deve vincere, questo sì) sia anche un capolavoro. Come tante volte è avvenuto in passato". E la qualità dei libri in gara quest'anno? "Alla mia età - filosofeggia il professore - sono più severo e più indulgente di prima. Il Pedullà più severo chiede libri di forte impatto o fantastico o linguistico. E non li trovo nei romanzi in corsa oggi. Ma il Pedullà indulgente aggiunge che ci sono cinque libri dignitosi, che si possono consigliare a chi ama leggere. Con l'avvertenza che non troverà la sorpresa, né tra gli esordienti né tra chi ha alle spalle una lunga carriera". Appuntamento il 7 luglio al Ninfeo di Villa Giulia. Nella cornice della Roma mondana e intellettuale i Quattrocento voteranno il vincitore.

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