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Metropolis

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diANTONIO ANGELI Alla prima a Berlino, il 10 gennaio del 1927, ci mancò poco che fosse fischiato, piacque solo ad Adolf Hitler, e questa non fu una buona pubblicità. Poi, piano piano, il mondo si abituò alla parola «fantascienza» e il film «Metropolis», nato dal genio allucinato di Fritz Lang, divenne il capostipite di tutti i film sul futuro. Oggi è considerato un capolavoro, al quale si sono ispirate generazioni di registi (più e meno bravi). Ma di questo film non esisteva più la prima versione, quella originale, realizzata dal regista austriaco per quella prima berlinese. Infatti la pellicola fu subito accorciata e rimaneggiata. Ora, dopo un avventuroso ritrovamento in Argentina, il nonno di tutti i film di fantascienza è tornato come nuovo e sarà trasmesso in tv. Al film, anzi, alle varie versioni del film, fino a poco tempo fa, mancava sempre qualche «pezzo», in totale circa 20 minuti. E sono proprio quei venti minuti che sono stati ritrovati in 16 millimetri nel Museo del Cinema di Buenos Aires. Il film è stato completamente restaurato e rimontato e ora, in questa versione per complessive due ore e due minuti, sarà trasmesso in tv. L'appuntamento è per venerdì 5 agosto alle ore 22,50 su Syfy, lo spazio dedicato alla fantascienza e all'ignoto in onda sul canale Steel (Premium Gallery sul digitale terrestre). «Metropolis» è una città del 2026, bellissima con i suoi grattacieli e le sue strade sopraelevate, ma tetra e abitata da gente ricchissima e in buona parte sfaccendata. Sotto la superficie, però, c'è un'altra città, quella degli operai e dei poveracci, dove uomini-schiavi lavorano a macchinari giganteschi e a colossali centrali per l'energia che consentono la vita della città superiore. I protagonisti della storia sono il figlio del magnate-dittatore di Metropolis, Freder (l'attore Gustav Fröhlich), una giovane donna, una specie di Giovanna d'Arco, chiamata Maria e impersonata da Brigitte Helm che nel film interpreta anche il ruolo della donna-robot creata per ingannare il popolo degli operai. Il celebre scrittore di fantascienza Herbert George Wells (quello de «La guerra dei mondi») lo definì brutalmente: «Uno dei peggiori film mai fatti». Più equilibrato (ma sempre negativo) Luis Buñuel: «Retorico, banale, pesante, intriso di romanticismo superato, ma è il più bel libro d'immagini mai visto». Oggi Metropolis è considerato un capolavoro senza tempo, una delle opere più grandiose, visionarie e moderne di tutta la storia del cinema. Il valore culturale e tecnico del film lo ha portato ad essere la prima pellicola inserita nel registro Memory of the world, un progetto dell'Unesco nato nel 1992 per salvaguardare le opere documentarie più importanti dell'umanità. A rivederlo oggi «Metropolis» stupisce per la velocità, la freschezza e gli effetti speciali. Nonostante gli ottantaquattro anni suonati la nonna di tutti i film di fantascienza riesce sempre a piacere.

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