La vita delle librerie val bene 36 euro
Lamia opinione, in qualità di libraio indipendente, è sin troppo ovvia: plaudo all'introduzione di una normativa che, pur nelle sue imperfezioni, media tra le molteplici anomalie del settore e mette ordine laddove fino a oggi regnava il caos. Qualcuno lo chiama libero mercato, ed è per questo che i detrattori del provvedimento ne mettono in evidenza il carattere antiliberista: se deve essere lo Stato, con la propria ingerenza, a regolare la competizione industriale e commerciale, la libertà d'azione delle imprese viene ridotta e penalizzata. Siamo sicuri che sia davvero così? Il panorama nel quale la nuova legge si colloca si è caratterizzato nel nostro Paese per una serie di anomalie e concentrazioni, per le quali grandi gruppi industriali sono contemporaneamente attori nella produzione, distribuzione e vendita al dettaglio di libri. Una situazione unica, per lo meno in ambito europeo, in un crocevia di interessi ed equilibri all'interno dei quali il testo della legge appena approvata ha cercato di muoversi nella maniera più agile e concedendosi al compromesso. Ecco quindi che, a differenza di esperienze (di fatto positive) maturate in Francia e Germania, da noi lo sconto massimo sarà comunque rilevante, seppur ridotto al 15%. Ma soprattutto abbonderanno campagne e promozioni che consentiranno ai consumatori/lettori di continuare ad acquistare libri con riduzioni sul prezzo di copertina fino al 25%, escluso il mese di dicembre. In Italia i cosiddetti lettori “forti”, secondo fonti Nielsen, sono solo il 13% della popolazione e per “forti” si intende che acquistino almeno un libro al mese! Facciamo un rapido calcolo: immaginando un prezzo medio di 20 euro a titolo, queste persone con la nuova legge (pensando che avrebbero effettuato gli acquisti in regime di sconto altissimo, diciamo il 30%) avrebbero risparmiato 6 euro a titolo. In un trimestre, quindi, 18 euro in meno. Per un anno diventano 72. Con la nuova legge quello sconto si ridurrà di 15 punti: il risparmio annuo diventa così di 36 euro (che si riduce applicando la stessa procedura alla stragrande maggioranza delle persone che, ahimè, di libri ne acquistano assai meno). E all'inverso: la legge toglie alle persone 36 euro di risparmio. I detrattori della nuova norma vorrebbero restituire questa somma ai consumatori. La domanda è: costa 36 euro la circolazione delle idee nel nostro Paese? Vale 36 euro il progressivo inaridimento di un tessuto commerciale anch'esso vitale come quello delle librerie indipendenti? Sarà in nome di 36 euro che la passeggiata in libreria e l'esperienza che ne deriva a contatto diretto con i libri dovrà trasformarsi in un click del mouse? E sarà per questi 36 benedetti euro che in Italia finiranno per rimanere in piedi solo le grandi catene (una, in particolare) che già hanno iniziato ad annettersi le librerie indipendenti in crisi con la formula del franchising? Il mercato rimarrà in mano a pochi, pochissimi: e questo, con buona pace dei più accesi liberisti, non potrà che significare omologazione, monopolio, concentrazione ancora maggiore di interessi e di potere. 36 euro per avere sempre gli stessi titoli, negli stessi megastore, o nei supermercati dove non si promuove la lettura, non si incide sul territorio, non si dialoga con le realtà sociali e culturali. Tutte prerogative di una libreria, di una libreria indipendente. Mi si dirà: ma il mercato non vive o muore per 36 miseri euro, cioè: non è lo sconto l'unica leva della competizione. Beh, se così non è, di cosa hanno paura i colossi che oggi avversano la legge? Non avranno difficoltà a competere sul terreno comune della qualità del servizio e della professionalità (criteri in mancanza dei quali è giusto che anche un libraio indipendente – che non è unto da alcun diritto divino – cessi la propria attività). Io dico: giochiamocela a carte scoperte e con regole uguali per tutti, questa partita, e prendiamo spunto dalla nuova legge per una riflessione seria e condivisa sul futuro del Libro e sulla promozione della lettura nel nostro paese. * Presidente librai Roma e Lazio