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Francesca come Katharine

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ATrieste hanno affrontato i primi ciak di una serie che rifà il verso a un punto fermo della storia del cinema statunitense, «Scandalo a Filadelfia», sophisticated comedy con un cast stellare: Katharine Hepburn, Cary Grant e James Stewart, che vinse con questo film il suo unico Oscar da attore protagonista. 1940 l'anno di uscita della pellicola, firmata da un gigante come James Cukor. La storia? Una ricca e capricciosa mogliettina, stanca del menage, caccia di casa il marito. Trova un nuovo amore, divorzia e sta per risposarsi, ma il consorte fa di tutto, compreso l'ingaggio di un giornalista di gossip, per mandare a rotoli la liasion della sua ex e farle capire che è lui l'uomo giusto. Ora Chillemi e Pecci oseranno il confronto diretti da Umberto Marino: dodici puntate da 50 minuti ciascuna contro i 112 minuti in tutto della pellicola Usa. É la storia diluita di una coppia scoppiata che trovandosi a lavorare insieme in un'agenzia che organizza matrimoni giocoforza torna a riflettere sul proprio scoprendo che non era poi tanto da buttare. Ida Di Benedetto, che produce lo sceneggiato, voleva Belen nel ruolo che fu della Hepburn. Beh, la flessuosa conduttrice di Sanremo 2011 è ancora più lontana dal magnetismo di Katharine. Ma insomma, la partita è difficile, specie se si confronta il ritmo glamour, l'incastro serrato e perfetto delle battute nel film di Cukor, il magnetismo degli interpreti con l'inevitabile eccessiva diluizione del plot e dei rapporti tra i personaggi che impone la lunga serie di Raiuno. C'è poi un altro raffronto inquietante. Il remake di «Scandalo a Filadelfia» girato negli anni Cinquanta. Era nientepopodimeno «Alta società», il musical con Grace Kelly, Bing Crosby,, Frank Sinatra e Luois Armstrong. Speriamo bene per l'azzardo di Viale Mazzini. Chillemi potrebbe azzeccarla. Come del resto è capitato a Cristiana Capotondi che ha osato vestire i panni di Romy Schneider ne «La principessa Sissi», la trilogia cult che in queste settimane la Rai replica per l'ennesima volta e vincendo sempre la gara degli ascolti.

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