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«Meglio un settore regolato»

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ARaffaello Avanzini, patron della Newton Compton, la storica casa editrice romana che inventò i libri a mille lire, i più economici del mercato, la legge che disciplina il prezzo dei libri in fondo in fondo piace. Eppure, Avanzini, voi siete indipendenti. Siamo i maggiori degli indipendenti, una media azienda. E questo stare nel mezzo ci avvantaggia. Perché, con una quota di mercato da 2,5, riusciamo a contenere i costi e a pubblicare libri competitivi, che si impongono. Il nostro "Un regalo da Tiffany" di Melissa Hill è stato il libro più venduto nello scorso week end. Costa 9,90 euro. Altri delle nostre collane arrivano a 5 euro e non superano i 15. Insomma, fanno spendere al lettore la stessa cifra di uno stampato dai grandi gruppi e in svendita al supermarket, con un calo del 30 per cento dal prezzo di partenza. La maxi riduzione è uno specchietto per le allodole. Allora, lei che ci guadagna da questa legge che blocca al 15 per cento lo sconto massimo da praticare sul prezzo di copertina? Per me è giusta una norma che disciplini in maniera equa i ribassi sui libri. Finora si arrivava ad abbassarli fino al 40 per cento. Mondadori nelle proprie librerie giungeva al 30 per cento. Ma gli sconti devono partire dagli editori, non dai negozi. Detto questo, si poteva fare meglio e di più. In che cosa allora il provvedimento, alla firma del Capo dello Stato, non va? Lo spiego riassumendone i termini. Per tutti gli editori e in tutti i canali di vendita lo sconto non può superare il 15 per cento. Ma a ciascuna casa è consentita una campagna ad hoc con uno sconto massimo del 25 per cento che non durerà più di un mese (ma non a dicembre) e non sarà ripetibile sulla stessa collana nell'arco di un anno. Ecco, la promozione dovrebbe durare un po' di più. Insomma, chi ci guadagna? Certamente non i piccoli editori, che hanno voluto fortemente la legge e che rimangono comunque in disparte. Anzi, per loro sarà peggio. Molti ipotizzano un boomerang per il mercato cartaceo e l'emigrazione del lettore sugli e-book. Il problema non sono gli e-book. Resta un segmento ancora estremamente piccolo, l'uno per cento. Intanto però Mondadori ha chiuso un accordo con Amazon che prevede la pubblicazione di 2 mila titoli. Anche noi siamo sul mercato digitale da parecchio, forse per primi. Ora abbiamo 500 libri. Però, ripeto, non è questo il punto. Gli e-book si pagano comunque e da tempo di meno. Il problema è che i libri di carta dei gruppi costano troppo e allora il supersconto è stato finora necessario per galleggiare. La legge in arrivo invece riesce ad equipararci agli altri paesi europei. Li. Lom.

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