E-book e norma blocca-sconti Da settembre in Italia si cambia
Deilettori che protestano contro il blocco dello sconto dei libri al 15 per cento fissato da una legge bipartisan che ora è sul tavolo del presidente Napolitano per la promulgazione. L'appello al Capo dello Stato è stato lanciato dal liberalissimo Istituto Bruno Leoni. Il prezzo di Stato è una scure contro la Cultura e il concetto democratico di Cultura, ha scritto il suo direttore generale, Alberto Mingardi. Dunque, la parola ai cittadini, una sottoscrizione che doveva durare un giorno, lunedì scorso, e che è invece ancora aperta. «La legge è stata approvata in Senato con sole due astensioni, per questo motivo immaginavamo che il Presidente della Repubblica l'avrebbe approvata in brevissimo tempo - chiarisce Sara Sileoni, Fellow dell'Istituto - Invece continuano ad arrivare adesioni al nostro appello e Napolitano non ha ancora firmato. Per questo teniamo il canale aperto». Quello che interessa molto ai «liberisti» del Leoni sono oltretutto i commenti di chi ha aderito. «Ci permettono di capire che cosa vuole il lettore, che è poi il terminale del prodotto libro e che non è mai ascoltato, mentre si dà esclusivamente voce alle associazioni di categoria», aggiunge Sileoni. Eccoli, alcuni dei commenti: «Non si possono limitare gli sconti e dire che se ne avvantaggia la cultura, né comprimere la libera iniziativa imprenditoriale», osserva un sottoscrittore. «Studio al quarto anno di medicina e i libri per ciascuna materia costano in media 120 euro: se non avessi lo sconto al 30% che trovo on-line, non potrei permettermi l'università o dovrei fotocopiare i libri. Lo sanno questi signori cosa significa studiare e lavorare insieme come cameriere? È una indecenza. La Casta che non si taglia gli stipendi, taglia gli sconti ai libri, tanto loro li ricevono gratis!», s'indigna il padovano Eugenio Simoni. «A quei pochi che credono che questa legge serva ai piccoli editori o che abbia senso paragonare il mercato dei libri italiano con quello francese o Usa, dico che forse non hanno idea di quanta poca gente in Italia compri libri! Se con 20 euro prima, in occasione degli sconti, compravo due libri, ora ne comprerò uno», quantifica il milanese Donato Parri. «Non solo è un provvedimento liberticida, ma è l'esatto mix di ignoranza economica che contraddistingue i nostri politici che ancora non conoscono la parola "globalizzazione" ed usano le soluzioni di 150 anni fa per i problemi di oggi», protesta un cittadino. «I piccoli librai si proteggono riducendo la burocrazia e il carico fiscale», suggerisce un altro. Questo per l'immediato. Ma andando più in là con gli effetti del provvedimento che ha avuto come primo firmatario Ricardo Levi, del Pd, e che è stato applaudito in blocco dal partito di Bersani - Dario Franceschini in testa - è il boomerang-Amazon. Ovvero meno sconti in libreria uguale più e-book, del quale il colosso Usa è veicolo. Anzi, più di un veicolo. Il vettore di una rivoluzione in corso ancora sottovalutata dalle case italiane è diventato anche avveniristico editore. E che cosa sia Amazon Publishing, il braccio editoriale del colosso di commercio elettronico di Seattle, lo spiega bene Raffaele Cardone in un articolo su «Il Giornale della Libreria», che è poi il mensile dell'Aie, Associazione Italiana Editori: «Non sarà un editore tradizionale, e potrebbe diventare il modello di un nuovo modo di fare editoria, basata sul concetto di servizio...Amazon è e resta un commerciante che per vendere ha costruito una girandola di attività per monitorare, guidare, alimentare le vendite». Ancora sul mensile Aie l'input per il cambio di marcia delle librerie. Fare sinergia tra carta e tecnologia mobile. Come già propone a Roma la libreria Coletti, che da due anni ha sviluppato un'applicazione gratuita per iPhone, Ipad e iPod Touch che permette di avere tra l'altro a portata di dito tutto il catalogo di libri in commercio in Italia.