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Fondotinta super La Gran Bretagna non crede ai miracoli

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diSARINA BIRAGHI Bellissima, solare, luminosa? Dopo la giovinezza, soltanto l'amore ci rende belle perché siamo pienamente coscienti che crema antirughe, fondotinta luminoso, rossetto perlato e, peggio ancora, gel anticellulite non fanno miracoli. E dall'avvento delle foto digitali, sappiamo anche che per toglierci qualche anno basta un ritocchino con il prodigioso Photoshop. Eppure c'è chi pensa che le donne continuino a credere alla Befana, che siano comunque delle credulone e si fidino delle promesse e delle assiurazioni non tanto dei cosmetici in generale quanto delle pubblicità delle case produttrici. Che, peraltro, già usano come testimonial donne fuori dell'ordinario che in condizioni normali, la mattina alle 9 mentre vanno al lavoro, il pomeriggio con il pupo in braccio e la sera a una cena, non sono mai stravolte come noi. Proprio in soccorso delle più sprovvedute a Londra scende in campo, contro il colosso francese dei cosmetici L'Oreal, l'Authority britannica competente. Nel mirino la pubblicità di un fondotinta, per di più applicato sul volto di due celebrity over-quaranta, ovvero la sempre bella attrice americana Julia Roberts, 43 anni, e la modella Christy Turlington, 41 anni. Due volti bellissimi ma super ritoccati. Nel primo spot, l'ex «Pretty Woman» elogiava un fondotinta «creatore naturale di luce», in grado di «ricreare l'effetto di una pelle perfetta». Nell'altra pubblicità, la supertop americana Turlington con indosso il fondotinta «anti-age» della marca Maybelline (di proprietà di L'Oreal) ne reclamava «la perfezione dell'apparire perfetta». Troppo per la deputata liberale Jo Swinson, che ha avvertito l'Advertising Standards Authority (Asa), sostenendo che le foto diffuse sui giornali «non corrispondevano ai risultati che i prodotti sono in grado di fornire», e che erano state ovviamente manipolate. L'Asa ha subito vietato la riproduzione delle pubblicità nel Paese. Da parte sua L'Oreal ha ammesso di essere ricorsa a «tecniche di post-produzione» per «schiarire la pelle, pulire il trucco e ridurre le ombre attorno agli occhi, addolcire le labbra e scurire le ciglia» delle star, ma che gli spot «illustrano correttamente gli effetti dei prodotti». Non è la prima volta che l'Authority britannica vieta reclame ambigue: negli anni scorsi ha sanzionato una crema di bellezza sponsorizzata da Cindy Crawford, una crema anti-invecchiamento di Nivea e nel 2005 due pubblicità televisive, sempre di L'Oreal, per una crema anti-rughe e una anticellulite che avevano come icona Claudia Schiffer.

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