Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Cossiga il Picconatore ancora tutto da scoprire

default_image

  • a
  • a
  • a

seguedalla prima di NICOLA IMBERTI Una vita indissolubilmente legata a quella delle istituzioni italiane. Sottosegretario, ministro, presidente del Consiglio, presidente del Senato, Capo dello Stato. E poi senatore a vita fino al 17 agosto dello scorso anno quando Cossiga si è spento. A quasi un anno di distanza e in una data simbolo come quella della sua nascita, i figli Annamaria e Giuseppe, sottosegretario alla Difesa come lo fu il padre, hanno deciso di presentare l'associazione «Francesco Cossiga Onlus». Un incontro informale in una sala dell'hotel Minerva con la stampa e alcuni amici dell'ex presidente tra cui il capo storico della Protezione civile italiana Giuseppe Zamberletti, il prefetto Enzo Mosino, il presidente del gruppo Gmc-Adnkronos Giuseppe Marra, lo storico Pasquale Chessa, che sarà il «direttore scientifico» dell'associazione. Scopo dell'iniziativa valorizzare l'archivio di Cossiga: 360 faldoni che raccontano, attraverso gli occhi di un protagonista indiscusso, 50 anni di storia del nostro Paese. Un bene dichiarato di «interesse storico». Una vera e propria «miniera» che, come spiega Giuseppe, «è tutta da scoprire». «La prima cosa che faremo - prosegue - sarà sistematizzare l'archivio. Siamo partiti silenziosamente e in sordina lavoreremo alla ricerca di piccoli gioielli». Per ora si sa ancora poco del contenuto di queste carte, ma i figli di Cossiga non hanno dubbi: «Non ci aspettiamo di trovare la prova dell'abbattimento del Dc9 Itavia nei cieli di Ustica, ma c'è molto materiale che forse potrà far luce in modo diverso su fatti degli ultimi 50 anni. Ci terremo il più possibile lontani dalla politica attuale. Qualcuno ci ha già chiesto di tirare fuori i carteggi con Almirante e Fini. Lo faremo, ma non domani». Dopotutto è impossibile ridurre una personalità così poliedrica alla sola politica. Per questo sarà interessante, ad esempio, approfondire la conoscenza del «Cossiga-economico» e dei suoi scambi epistolari con Enrico Cuccia o con la Banca d'Italia. Ma anche le riflessioni su temi legati alla sua Sardegna. O capire, magari, perché conservava verbali di seduta con gli interventi di colleghi parlamentari. L'archivio, che comprende anche 20mila volumi, è custodito nell'appartamento del quartiere Prati in cui il presidente viveva e che sarà anche la sede dell'associazione che potrà ricevere i contributi del 5 per mille, ma anche donazioni individuali. C'è pure un sito www.francescocossiga.it che servirà da interfaccia e potrà ospitare i documenti digitalizzati. In tal senso il direttore di RadioRai Bruno Socillo, presente all'incontro, ha dato la disponibilità della grande quantità di materiale video e audio (Cossiga fu anche Dj K per la trasmissione Un giorno da pecora) presente nell'archivio di viale Mazzini. Mentre Marra ha lanciato l'idea di istituire una borsa di studio sulla figura del presidente come comunicatore. Cossiga, in fondo, è stato un pioniere anche in questo campo. A testimoniarlo i quasi 60 telefonini e i circa 20 computer che i figli hanno «ereditato».

Dai blog