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La protesta di chi vuole continuare a godersi il piacere della lettura e accedere democraticamente all'acquisto dei libri trova un veicolo in rete.

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Illink è: http://www.chicago-blog.it/2011/07/24/disciplina-del-prezzo-dei-libri-petizione-al-presidente-della-repubblica. Vi si legge tra l'altro: «Se la legge dovesse entrare in vigore, dal primo settembre il mercato dei libri non sarà più libero: un rigido tetto agli sconti e alle campagne promozionali renderà infatti la fissazione del prezzo dei libri non più soggetta al pieno principio della libera concorrenza, ma sottoposta a vincoli legislativi quanto a tempi e soglie di sconto...». Peraltro un sondaggio di IPSOS su un campione di 1000 persone rivela che 8 italiani su 10 sono favorevoli alla liberalizzazione del commercio. Nella newsletter di «Liberilibri» di ieri (www.liberilibri.it») numerosi, oltre alla sottoscrizione, i commenti. «Stanno trasformando il sistema parlamentare in sistema lobbistico puro, il parlamento diventa dittatura di una casta di privilegiati», si sfoga Dante Calzolari. «Da tanto sbandierato liberismo si passa al dirigismo», si lamenta un altro sottoscrittore. «Questa norma penalizza i lettori e gli autori e favorisce solo i librai, ma non tutti, solo i peggiori, come tutte le norme che fissano i prezzi per legge», dice Sergio De Prisco. Il boomerang potrebbe essere la diserzione delle librerie e lettura solo sul tablet.

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