di SIMONA CAPORILLI Semplicemente Antonello Venditti.
Dopoaver venduto 300 mila copie con l'album «Dalla pelle al cuore», il cantautore si è dato una mossa (parole sue) ed è andato dritto al punto. Un nuovo cd dal titolo «Unica» e nuovo tour che partirà l'8 marzo 2012 dal Palalottomatica di Roma. Le sue muse sono le donne (figure benevole), la sua bandiera è (anche) l'impegno politico, sebbene glissi soltanto su due argomenti: la Roma e Berlusconi. Tre titoli del nuovo lavoro ci sono già. Il primo - il singolo - è «Unica» ma ci sono anche «Allora canta» e «Oltre il confine». Per il resto si vedrà. Il cantautore dà il suo arrivederci a novembre e i «vendittiani», assicura, non ne usciranno scontenti. Antonello Venditti è uguale a Roma, Circo Massimo, Colosseo. Se c'è un evento da organizzare nella Capitale spunta fuori il suo nome, legato a filo doppio con questa città. Quando nel 2001 salì sul palco del Circo Massimo per i festeggiamenti dello Scudetto della Roma, la sua voce non tradì emozioni: accanto a lui Sabrina Ferilli (sì, era il giorno del famoso spogliarello), davanti a lui almeno un milione di persone. Preso il microfono in mano, intonò per la prima volta dal vivo «Che c'è», nuovo inno della Roma (alcuni quotidiani pubblicarono i giorni precedenti all'evento anche il testo del brano). Era vivo il patron della squadra Sensi, che incitava i ragazzi sui tetti - proprio sopra lo striscione «Ubi maior» - a scendere di lì (la gente era assiepata sul prato, sulle transenne e, appunto, sule case). Tutto, in quell'occasione, filò liscio. Soltanto pochi anni prima (alcuni ricorderanno anche i festeggiamenti anni Ottanta per il secondo scudetto della Roma) l'autore di «Bomba o non bomba» aveva piazzato il proprio pianoforte (e qui il pensiero dei maligni vola verso l'imitazione di Corrado Guzzanti) sempre al Circo Massimo, ma per un concerto gratuito contro il razzismo (era il 1992). L'appello era partito da giorni e giorni: i partecipanti avrebbero dovuto portare un fazzoletto bianco da sventolare a comando. Così fu e fu un successo. Lo zoccolo duro formato dai suoi affezionatissimi fan ha sfidato anche la pioggia battente per andarlo a vedere a Capodanno 2010. Erano oltre 100 mila. Dopodiché (e forse memore di quell'esperienza), Venditti decise di portare i propri spartiti dentro il Parco della Musica. Quattro giorni di concerti uno di seguito all'altro.