Piacere sono Dio. Storia di una conversione
IlSuo tempo lento e infinito non si scandisce, ma scandisce le ore che separano ogni credente e ogni convertito dalla grazia della felicità. Per farsi notare e trovare, talvolta, gioca a nascondino, talvolta, prende in prestito coincidenze e destino. Mischia le carte dei progetti umani frantumati. Convoca il vento delle circostanze, riunisce, divide. Poi, nel settimo giorno della creazione perenne, si riposa. La mano passa all'invitato. All'improvviso gli occhi da terra si aprono e il mondo appare. Il tempo perduto diventa una ossessione, mista a rimpianto e tristezza. Qualcosa è accaduto. Ma non è subito facile capire. Anzi è tale il disagio che solo il pensiero fisso resiste. Di solito a questo punto si va da una medico. Nulla è più come prima. Le persone che credevamo indispensabili diventano estranei. Il cervello si accanisce contro le emozioni. Il senso di vuoto prende il sopravvento. Poi, magari, rivedi un vecchio amico che, solo a starci, ti fa tornare sui tuoi passi bambini. Quando andavi in chiesa senza sapere perché. Le parole risuonano. I riti t'attraggono. La curiosità prende il posto della diffidenza. Il fervore scoppia improvviso. Il convertito è quello che non perde parola e occasione per raccontare a tutti quanto sia meraviglioso poter vivere e parlare con Dio in ogni momento. Il convertito non è sempre facile da frequentare perché in quanto neofita è quello che ne sa più di tutti. Va a spulciare. Confronta i testi, contestualizza. Oddio, non tutti sono così. Fabio Torriero lo è stato. Fino a quando non ha pubblicato ... delle cime e degli abissi (Terresommerse) Riflessioni sul tempo perduto, il tempo ritrovato, il tempo giusto. Qui ha potuto mettere i puntini dove servivano, ripercorrere il suo passato che non ha ancora imparato ad amare. Affrontare il presente riconoscendo che la notte, il sogno e il mentale come lui chiama la durezza di cuore sono sempre lì a tentare di riprendersi il giornalista, l'opinionista di quotidiani, il direttore de La Destra delle Libertà, il docente e consulente di comunicazione, il don giovanni e il padre troppo premuroso, oltre a qualche altra parte divenuta che solo lui custodisce. Un libro breve per niente facile a digerirsi. Una confessione che in certi momenti ti chiedi perché l'ha scritta. Come perché l'ha scritta? Accidenti. Deve essere tutto merito di Dio. Anzi, sicuramente è Dio che parla. A un ex ribelle prestato alla politica. A un ex schiavo del mentale (una parola che ritroverete spesso nel libro). A un ex innamorato del piacere che ha scoperto l'amore. Quello che si dà in cambio di niente e che solo presso Dio si può toccare. Così forte che nulla è più come prima.