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Lo Strega è una "Storia della mia gente"

Un'immagine del 10 luglio 1958: Dino Buzzati al Premio Strega

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«A chi fa le critiche dico: ci provasse lui a scrivere un libro come il mio. Io l'anno scorso non sono venuto mica a rubare»: con questa battuta il grande Antonio Pennacchi ieri ha spazzato via tensioni e polemiche attorno al Premio Strega. Al Ninfeo di Villa Giulia ha vinto «Storia della mia gente», edito da Bompiani, di Edoardo Nesi, presentato da Antonio Pennacchi e Sandro Veronesi. Un «libro di resistenza». Lo scrittore, che ha dedicato la sua opera a tutti coloro che hanno perso il lavoro, racconta della sua Prato invasa dai cinesi. Già finalista al Premio Strega nel 2005 con «L'età dell'oro», in questo nuovo romanzo, lo scrittore dà voce all'illusione perduta del benessere diffuso in Italia. Una storia, in parte autobiografica, su come lo tsunami orientale stia distruggendo il distretto industriale del tessile di Prato e su quello che significa la caduta della piccola industria italiana di provincia e i licenziamenti di eserciti di persone. Il Premio Strega 2011 era partito fra dubbi e incertezze di editori e autori, perseguitati dalle immancabili polemiche sulla necessità di cambiare il regolamento. Dopo il colpo di scena alla designazione della cinquina dei finalisti dove sono arrivati al secondo posto a pari merito, con 49 voti, Bruno Arpaia, Mario Desiati e Mariapia Veladiano, nulla appariva scontato. Lo spoglio dei voti, scanditi ad alta voce secondo un rito ben consolidato, ha catalizzato ieri l'attenzione dei tantissimi ospiti al Ninfeo di Villa Giulia di Roma. Il Premio Strega, che ieri ha incoronato Nesi, è un grande classico della cultura tricolore. Una tradizione che risale ai primissimi anni del secondo Dopoguerra. In gara per conquistare il più prestigioso premio letterario italiano c'erano, oltre al vincitore: «L'energia del vuoto», edito da Guanda, di Bruno Arpaia, presentato da Cristina Comencini e Giorgio Ficara; «La scoperta del mondo» (Nottetempo) di Luciana Castellina, presentato da Antonio Debenedetti e Rosetta Loy; «Ternitti» (Mondadori) di Mario Desiati, presentato da Alberto Asor Rosa e Paolo Di Stefano e «La vita accanto» (Einaudi) di Mariapia Veladiano, presentato da Elisabetta Rasy e Cesare Segre. Secondo la formula di rito, ieri alle 21,30, il presidente di seggio Antonio Pennacchi, anche questa è ormai un'antica tradizione, che è stato il vincitore del Premio 2010, affiancato dal direttore della Fondazione Bellonci, Tullio De Mauro, ha dato il «la» alle operazioni di voto. Agli «Amici della domenica», la base elettorale del Premio, si sono aggiunti anche quest'anno i voti di 30 lettori «forti». Fra le novità della serata conclusiva di quest'anno, il Premio Speciale in memoria di Franco Alberti assegnato all'unanimità dal comitato direttivo del Premio Strega, al professore e politico napoletano Giuseppe Galasso. A raccogliere il maggior numero di preferenze dei voti collettivi, è stata Mariapia Veladiano per cui hanno votato: 35 scuole romane e laziali dell'Anno Stregato, con le due classi di Airola (Benevento) e Cagliari; i dieci comitati italiani della Società Dante Alighieri; il Liceo Einstein di Berlino, il gruppo di lettura della Casa di Reclusione di Porto Azzurro e gli Istituti Italiani di Cultura di Los Angeles, Montreal, Tokyo e Vienna.

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